VENEZIA Il caso Polanski è chiuso: "J'accuse", uno dei film più attesi di questa 76esima Mostra di Venezia, rimane in concorso. Lo ha annunciato il...
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I LOOK delle STAR
Intanto, ieri il Lido ha vissuto una giornata nel segno del delirio divistico. Assembramenti, coretti e fan impazziti hanno accolto sul red carpet Brad Pitt, tormentato astronauta nel film di James Gray Ad Astra. Tanti applausi sono stati riservati a Scarlett Johansson (che sul red carpet ha sfoggiato un enorme tatuaggio sulla schiena nuda) e Adam Driver, coppia che divorzia in Marriage Story di Noah Baumbach. Lacrime e una standing ovation hanno poi accompagnato la consegna del Leone d'oro alla carriera a Pedro Almodóvar: «Questo premio è un risarcimento e un atto di giustizia politica per il Leone che non mi venne assegnato nel 1988 per Donne sull'orlo di una crisi di nervi», ha detto estremamente commosso il regista spagnolo, 70 anni fra tre settimane, «l'allora presidente della giuria, Sergio Leone, mi spiegò che era piaciuto molto ma alla Mostra non poteva vincere una commedia. E proprio a Venezia ho avuto nel 1983 il mio battesimo con l'opera prima L'indiscreto fascino del peccato che, considerato osceno dal direttore Gian Luigi Rondi, venne proiettato soltanto a mezzanotte».
LO SCANDALO
Al Lido ieri hanno entusiasmato anche Toni Servillo e Valeria Golino, rispettivamente un gangster e la sua pupa in 5 è il numero perfetto, il film che alle Giornate degli Autori segna il debutto nel cinema di Igort, artista del fumetto. E ha scatenato i paparazzi lo sbarco di Monica Bellucci, alla Mostra per la versione rimontata dello scandaloso film Irréversible di Gaspar Noé. Marriage Story, una produzione Netflix disponibile dal 6 dicembre, racconta invece la separazione di una coppia tra dramma e umorismo, strappi dolorosi e battute fulminanti. «E pensare che Baumbach mi ha proposto il film proprio mentre stavo divorziando dal mio secondo marito (il giornalista francese Romain Dauriac, ndr)», racconta Scarlett, che a 34 anni è l'attrice più pagata del mondo, 56 milioni di dollari a interpretazione. «Il regista mi ha detto che, alla luce della mia vicenda personale, avevo il diritto di rifiutare il film, ma l'ho girato pensando a un segno del destino. E nel mio personaggio ho messo tutta me stessa». Fa una pausa. «Senza rivelare il mio privato, la protagonista di Marriage Story decide di divorziare perché vuole essere riconosciuta come persona, non più come parte del matrimonio». Proprio nel momento in cui la coppia si separa, l'amore in qualche misura riemerge: «È molto bello continuare a provare dei sentimenti proprio mentre stai rompendo tutto, in nome di quella famiglia che, malgrado tutto, continua ad esistere».
KILLER IN PENSIONE
Servillo, che in 5 è il numero perfetto (adattamento dell'omonima graphic novel di Igort) fa un killer in pensione tornato in pista, spiega: «Il mio personaggio è sul finire di una carriera criminale e crede di avere la coscienza a posto. Ma si tratta di un'illusione dalla quale deve liberarsi avendo a disposizione solo due gambe, due braccia e la sua faccia». Il grande attore aggiunge che nella «gabbia» del suo personaggio «c'è la fragilità di un uomo che fa i conti con un bilancio non positivo. È questo che mi ha dato voglia di girare il film». Uscito in sala ieri stesso, in concomitanza con gli applausi veneziani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino