Posato l'ultimo cassone del Mose: il 15 ottobre il termine dei lavori

Posato l'ultimo cassone del Mose: il 15 ottobre il termine dei lavori
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VENEZIA - Il cantiere di Malamocco è in piena attività per l’affondamento dell’ultimo cassone di soglia del Mose. E’ l’ultimo cassone della schiera che finisce completamente sotto acqua e che chiuderà la barriera alla bocca di porto. Le altre schiere di cassoni – a Lido e Chioggia – sono già state completate. Con questa fase il Mose, realizzato dal Consorzio Venezia Nuova, concessionario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si avvia al completamento definitivo di tutte le schiere di cassoni.




Iniziata il 27 maggio 2012 si appresta la fine della posa di tutti i 35 cassoni del Mose – collocati con millimetrica precisione e sempre in ordine al cronoprogramma stabilito - prevista per il 15 ottobre prossimo. Oggi e domani squadre di ingegneri, tecnici, operai e sommozzatori lavoreranno 24 ore su 24 per il varo di quest’ultimo cassone di “soglia”.



Sono detti di “soglia” i cassoni sui quali verranno incernierate le paratoie e che sono alloggiati nelle trincee sotto acqua, mentre sono denominati di “spalla” i cassoni più alti e collocati ai margini delle barriere e che fuoriescono parzialmente dall’acqua.



Il sollevamento e il trasporto dei cassoni ha richiesto l’allestimento di un sistema speciale di rotaie e di carrelli oleodinamici di acciaio. Per ciascun cassone sono necessari fino a 84 carrelli, ognuno dei quali può sollevare 330 tonnellate. Ogni volta che un cassone del Mose scende con il syncrolift dal cantiere di costruzione sul fondo del mare i motori degli argani del mega ”ascensore” producono circa 500 chilowatt all’ora. La discesa di un cassone avviene nel giro di 2 o 3 ore e quindi ciascun varo genera mediamente 1.500 kw/h che vengono immessi nella rete elettrica.



All’interno di ogni cassone vi sono due elementi fissi: celle stagne e la doppia dorsale di corridoi posti lungo l’asse longitudinale. Le celle interne hanno dimensioni variabili da 4x5 in pianta con altezze prossime ai 3-4-5 metri a seconda della loro ubicazione. Le celle destinate a esser allagate o riempite attraverso calcestruzzo sono state rese stagne e per necessità, durante le fasi di ripresa dei getti, sono stati inseriti gli elementi water stop. L’allagamento delle celle, o il loro riempimento con calcestruzzo, serve quando i cassoni sono varati in mare per poter controbilanciare le spinte del moto ondoso e andare a migliorare il baricentro del cassone stesso evitando così qualsiasi tipo di sbilanciamento o ribaltamento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino