Referendum per la separazione, Brugnaro: «Non andate a votare»

Luigi Brugnaro
VENEZIA - «Chiedo alla Regione di indicare la data quanto prima e invito i cittadini a esercitare il diritto di non andare a votare per l'ennesimo referendum sulla...

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VENEZIA - «Chiedo alla Regione di indicare la data quanto prima e invito i cittadini a esercitare il diritto di non andare a votare per l'ennesimo referendum sulla separazione. Per questo motivo, non farò campagna elettorale». Lo afferma in una nota il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, dopo l'ammissione da parte del Consiglio di Stato, del referendum per la separazione tra Venezia e Mestre. Per Brugnaro «le conseguenze sarebbero drammatiche se dovesse vincere la tesi separatista».


Brugnaro ricorda che dopo la decisione del Consiglio di Stato su quello che sarà il quinto referendum separatista «ora spetterà alla Regione Veneto la definizione della data, e credo sia giusto venga celebrato quanto prima. Ô fondamentale che i cittadini siano consapevoli che la loro scelta, in un senso o nell'altro, avrà conseguenze importanti per la Città. Ci sono decisioni che hanno la caratteristica di valere per sempre. Ciascuno di noi ne ha prese, nella vita come nel lavoro. La divisione di Mestre da Venezia è così - sottolinea - non si tornerà più indietro». Il primo cittadino quindi precisa di non voler «personalizzare la questione per consentire ai cittadini, alla società civile, alle categorie e alla politica di confrontarsi liberamente sul referendum e sulle sue conseguenze che, secondo me, sarebbero drammatiche se dovesse vincere la tesi separatista. Da parte mia continuerò a lavorare con passione per completare il programma di mandato. Al momento della raccolta firme, tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014, alcune delle istanze di chi sottoscrisse quella richiesta erano una chiara e forte domanda di attenzione per le necessità di un territorio stanco, a volte umiliato e senza prospettive. Oggi, però, la situazione è completamente diversa. È cambiata l'aria che si respira in Città».


Sulle prospettive di un'eventuale divisione amministrativa, Brugnaro chiede: «Chi vorrà rimanere ad investire in una città che inevitabilmente sarà bloccata per anni dalla burocrazia e dalle cause per la divisione dei beni? Quali saranno le reali conseguenze per il singolo cittadino in materia di servizi primari? Quale futuro per Casinò, trasporto pubblico, sistema museale, gestione del patrimonio e di tutto quello che riguarda la nostra città? Piccolo è bello, ma grande è meglio, perché solo così si compete con il mondo, con una grande città che si chiama Venezia - aggiunge - 'Stato da Mar e Stato da Terà. La Storia ci insegna che Venezia, capoluogo del Veneto, Città Metropolitana e internazionale, deve restare unita, perché solo così è fortissima». Infine, secondo Brugnaro «non ci sarà una parte politica che vince e una che perde in questo referendum, perché a perdere, in caso di separazione, sarà l'intera Città e tutti i cittadini. Pertanto invito a esercitare il diritto di non andare a votare, che è il modo più sicuro per mantenere unita la Città. In questo caso, l'astensione ha un forte valore civico - conclude - quello di scegliere chiaramente di restare un unico Comune
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Il Gazzettino