Coniugi muoiono a distanza di 10 giorni a Londra. Lui chiede le epigrafi anche a Venezia

Sergio e Cristina Tirraoro
VENEZIA - Una lunga vita passata insieme in Inghilterra. E quando lui si è ammalato di un male incurabile, anche lei lo ha seguito nella stessa sorte. Sono morti...

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VENEZIA - Una lunga vita passata insieme in Inghilterra. E quando lui si è ammalato di un male incurabile, anche lei lo ha seguito nella stessa sorte. Sono morti così Sergio Tirraoro e la moglie Cristina, nel pieno dell’estate, a distanza di dieci giorni l’uno d’altro. Ieri familiari e amici li hanno voluti ricordare anche a Venezia, la città d’origine di lui, dove la coppia tornava più volte l’anno. Unitissima anche nell’amore per la città d’acqua. Era stato Sergio, ormai prossimo alla morte, a chiedere di essere ricordato nella sua città. «Aveva espresso il desiderio che venissero messe anche delle epigrafi per la città, come se fosse morto a Venezia - racconta l’amico Gianpaolo Montavoci - voleva che i vecchi amici sapessero». Così è stato fatto. Nei giorni scorsi sono comparse le epigrafi,  con una foto sorridente della coppia, sullo sfondo di Venezia. E ieri mattina, nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, i familiari si sono ritrovati con gli amici veneziani per una preghiera. Momenti commoventi, con figli e nipoti arrivati da mezzo mondo in memoria di Sergio e Cristina. La figlia della coppia ha messo su famiglia in Nuova Zelanda, il figlio a Londra.

L’AMORE DELLA VITA
Una vita intensa, quella di Sergio, scomparso all’età di 86 anni. Figlio di un vigile urbano, cresciuto a San Polo, era rimasto orfano di padre in giovane età e aveva iniziato a lavorare presto. «Aveva fatto il cameriere in vari ristoranti, poi era partito per Londra» racconta Montavoci. Qui l’incontro con l’inglese Cristina, di poco più giovane, l’amore della vita, con cui Sergio costruisce una famiglia. Per anni si guadagna la vita come guida turistica in giro per l’Europa. L’occasione per tornare a vedere la “sua” Venezia, mentre accompagna i turisti. A Londra, invece, Sergio diventa un punto di riferimento per i veneziani che vanno a studiare l’inglese. «Io l’ho conosciuto così - continua Montavoci - Era l’81, io lavoravo all’Harry’s bar e fu Cipriani a mandarmi in Inghilterra per migliorare il mio inglese e a darmi come riferimento Sergio. Fu subito un grande amico».
Dopo l’esperienza di guida, Tirraoro vorrebbe tornare a Venezia, aprire un cantiere nautico. Ma il progetto non va in porto, resta in Inghilterra, a Bagshot, nei dintorni di Londra, dove apre un ristorante, “Il caminetto”, che gestisce fino alla pensione. «Fu un locale di successo, andava anche Phil Collins» ricorda Montavoci.
LA PASSIONE PER VENEZIA

Quello che non abbandona mai questo veneziano all’estero è la passione per la sua città d’origine, condivisa con la moglie. «Venivano anche due, tre volte l’anno - racconta Montavoci -. Amavano passeggiare insieme per Venezia. Lui diceva che non poteva stare senza respirare l’aria della sua città. Ultimamente era quasi cieco, ma non rinunciava a venire a Venezia». Qualche anno fa, la diagnosi di un tumore. Sergio convive con la malattia che, più di recente, colpisce anche Cristina. «Ad agosto volevano organizzare l’ultimo viaggio a Venezia. Non ce l’hanno fatta». Sergio è morto il 9 agosto, il 20 lo ha seguito Cristina. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino