Covid e lavoro, ecco le cifre choc della crisi economica scatenata dall'emergenza

L’ECONOMIA L’edilizia, uno dei settori più in crisi
IL FENOMENO VENEZIA Il coronavirus fa schizzare alle stelle, come mai prima, la cassa integrazione. Prevedibile, ovviamente, ma i numeri ufficiali che arrivano dall’Inps...

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IL FENOMENO
VENEZIA Il coronavirus fa schizzare alle stelle, come mai prima, la cassa integrazione. Prevedibile, ovviamente, ma i numeri ufficiali che arrivano dall’Inps certificano una crisi nel mondo del lavoro ancora più pesante di quanto si potesse immaginare, anche nel veneziano. 

I NUMERI
Nel primo semestre di quest’anno, quello per l’appunto segnato dall’emergenza sanitaria col conseguente lockdown, le ore autorizzate totali tra cassa ordinaria, straordinaria e in deroga sono state per la precisione 31.383.704, come si vede dalle tabelle pubblicate in questa pagina. «Tre volte tanto le 10 milioni che si erano avute nello stesso periodo del 2012, quando si erano fatti sentire tutti gli effetti della crisi del 2008 – commenta Vincenzo Petrosino, direttore provinciale dell’Inps – Una situazione senza precedenti, d’altronde mai nelle crisi pregresse si era arrivati alla chiusura totale delle imprese com’è accaduto a metà marzo». 
Nel 2019 le ore autorizzate erano state appena un milione e mezzo e nel raffronto degli ultimi otto anni la decrescita quantitativa era stata costante, indice di un buon stato di salute dell’economia. Inevitabile, con la pandemia, il “boom” ora certificato dalle cifre, mentre resta l’incertezza sui prossimi mesi.
GLI SCENARI
«Difficile fare delle proiezioni – prosegue Petrosino – Le aziende hanno riaperto, le domande sono diminuite, siamo in attesa di capire come la cassa verrà rifinanziata. Intanto la maggior parte delle imprese ha finito il primo pacchetto di 18 settimane proprio in questo periodo». Prendendo solo il dato della cassa ordinaria, le 19.138.356 ore autorizzate – erano appena 693.960 l’anno scorso – “pesano” soprattutto sul settore meccanico con 7.696.490 ore (220.677 nel 2019), sull’industria edile con 1.612.143 ore (83.352) e nei trasporti e comunicazioni con 1.436.090 (25.927). A lunedì scorso le domande autorizzate sono 9.600 per la cassa ordinaria, 14.500 per quella in deroga e 8.700 per il fondo d’integrazione salariale con assegno ordinario: su quest’ultimo, in particolare, grava tutto il terziario e in particolar modo il ricettivo, duramente colpito soprattutto a Venezia centro storico per l’assenza dei turisti stranieri.
«Per quanto riguarda l’ordinaria – spiega Petrosino – metà domande sono a pagamento diretto e metà a conguaglio; quanto alla cassa in deroga, tutte a pagamento diretto; per il Fis (Fondo di integrazione salariale, ndr), appannaggio specialmente delle imprese piccole o piccolissime, due terzi a pagamento diretto, un terzo a conguaglio. A riguardo dei conguagli, dobbiamo evadere un centinaio di domande per l’ordinaria e circa 600 per il Fis, una quota di giacenze che è fisiologica». 
LA RISPOSTA DELL’INPS
Il direttore riferisce che finora non si sono registrate anomalie nelle richieste di cassa integrazione a causale Covid-19: «Ha una gestione e un’istruttoria molto semplificate in termini di valutazioni da effettuare. Va considerato che la non prevedibilità e la non imputabilità dell’evento all’imprenditore è insita nella stessa situazione emergenziale”. C’è, infine, l’SR41, il modello per il pagamento diretto dell’integrazione salariale: in provincia ne sono stati liquidati 43.679 per 202.484 lavoratori beneficiari (attenzione: queste non sono “teste”, perché una stessa persona può essere inserita in più flussi). «Quello di Venezia è il dato più elevato del Veneto, ma la quantità di già liquidato è altissima, pari al 98%, quindi prossima alla totalità», sottolinea Petrosino. 

In definitiva i dati confermano la profondità della crisi, ma anche riflettono risposte veloci da parte dell’Inps. «Sono stati mesi duri, con un carico di lavoro che eufemisticamente potremmo definire non indifferente – conclude il direttore – Tengo a ringraziare tutti i colleghi che si stanno prodigando per garantire un celere pagamento delle prestazioni. E un grazie va doverosamente rivolto alle associazioni dei datori di lavoro e agli intermediari, dai consulenti del lavoro ai commercialisti». 
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Il Gazzettino