Migliaia di fedeli a piazza San Marco per la beatificazione di Caburlotto

Migliaia di fedeli a piazza San Marco per la beatificazione di Caburlotto
VENEZIA - Piazza San Marco, a Venezia, si è riempita di migliaia di fedeli che hanno partecipato alla celebrazione per la beatificazione di Luigi Caburlotto, parroco veneziano...

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VENEZIA - Piazza San Marco, a Venezia, si è riempita di migliaia di fedeli che hanno partecipato alla celebrazione per la beatificazione di Luigi Caburlotto, parroco veneziano morto nel 1897 e fondatore della Congregazione delle figlie di san Giuseppe. Il rito religioso è stato presieduto dal cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione dei Santi e delegato di Papa Francesco, alla presenza del Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, di dieci vescovi e di 150 sacerdoti.








Nel corso della lettura di un profilo e del beato e dell'omelia è stata sottolineato che Caburlotto ha speso la vita a favore dell'educazione di ragazze e ragazzi poveri convinto che ogni società poggia sull'educazione. «Con carità generosa» - è stato ricordato - provvedeva ai bisogni delle suore, dei ragazzi, arrivando per sottolineare i bisogni a scrivere all'Imperatrice d'Austria ottenendo risposta alle sue istanze. Per il beato, «la carità - ha detto il cardinale Amato - non era mai in eccesso ma sempre in difetto». Tra i suoi insegnamenti, l'impegno a servire le persone che hanno bisogno, la pazienza e la carità dell'opera educativa. Carico di emozione il momento in cui la Superiora generale delle Figlie di san Giuseppe ha portato sull'altare le reliquie di don Luigi e la scopertura di un grande drappo con l'immagine del beato.







Al termine della celebrazione, segnata da alcuni applausi, il Patriarca ha espresso la gioia della Chiesa lagunare e ricordato che Caburlotto è il secondo parroco veneziano beato, dopo la beatificazione di don Luca Passi, fondatore della Pia Opera e del'Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea, avvenuta due anni fa. «Di don Luigi - ha detto Moraglia - rimane viva la sua "carità pastoralé portata avanti con tenacia, creatività e fedeltà. Sì, la 'carita' pastoralé ha connotato l'intero corso della sua vita e del suo ministero, divenendo vera benedizione per quanti lo incontrarono».



Evidenziata poi il ruolo «attualissimo di educatore»: «era solito dire "per risanare una società occorre impegnarsi nel campo educativo". Tale frase, oggi, risuona profetica: il nostro, infatti, - ha detto il Patriarca - è tempo in cui si avverte, più che mai, il bisogno di educatori che siano testimoni appassionati di quanto insegnino».
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Il Gazzettino