Confartigianato, la resa di Salvatore Mazzocca: si dimette dalla presidenza

MESTRE Una delle sedi della Camera di commercio di Venezia Rovigo
ECONOMIA MESTRE Le lame dei lunghi coltelli hanno brillato di pomeriggio. La notte prima, per Salvatore Mazzocca, era trascorsa serena, anche perché non sapeva che il...

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MESTRE Le lame dei lunghi coltelli hanno brillato di pomeriggio. La notte prima, per Salvatore Mazzocca, era trascorsa serena, anche perché non sapeva che il giorno dopo sarebbe stato l’ultimo da presidente della Confartigianato Metropolitana, in anticipo sulla scadenza naturale dato che era stato eletto a dicembre del 2016. Si è dimesso ieri sera, al termine di un pomeriggio turbolento con il consiglio spaccato a metà sulla designazione della prossima presidenza della Camera di commercio di Venezia Rovigo. L’ennesimo colpo di scena sulla vicenda della Ccia, l’organismo che riunisce e rappresenta tutte le categorie economiche del territorio, e della lunga presidenza di Giuseppe Fedalto iniziata nel 2009.

Salvatore Mazzocca è uno dei protagonisti dell’accordo, siglato lo scorso febbraio, che ha visto Confartigianato e Confindustria Venezia Rovigo unirsi per eleggere i nuovi vertici della Camera di commercio e per rinnovarli, implicitamente segnando la fine dell’epoca Fedalto, anche perché Confindustria e Confartigianato sono tra le più importanti categorie all’interno della Camera di commercio. 
TANTE ANIME
E proprio Mazzocca è tra i papabili per ricoprire la carica che dovrà essere rinnovata a breve, dopo che a luglio scorso era stata prorogata la scadenza a causa delle chiusure provocate dal Covid-19. Confartigianato, con oltre 12 mila aziende affiliate e oltre 16 mila dipendenti su un totale di 19 mila imprese artigiane iscritte all’albo, è tra le associazioni artigiane più “pesanti” del territorio, e per questa ragione è anche tra le più problematiche, con tante anime al suo interno alcune delle quali ieri hanno messo in minoranza il presidente appunto sulla discussione relativa ai vertici della Camera di commercio.
Se dal cappello non dovrebbe più saltar fuori il presidente uscente della Ccia, a questo punto diventa difficile capire come si risolverà la vicenda e chi sarà il prescelto per guidare per altri cinque anni l’ente camerale. Ora, tra l’altro, Confartigianato dovrà affrontare anche il problema della propria presidenza.

L’accordo che era stato siglato con Confindustria puntava al rinnovo e al ricambio per unire le forze e contare di più nel territorio e soprattutto nei confronti di Roma, e l’obiettivo, dopo la firma dello scorso febbraio, era quello di avviare confronti con tutte le altre categorie (agricoltura, commercio, turismo, servizi alle imprese, cooperative, credito e assicurazioni...) per arrivare ad una posizione condivisa sul prossimo nome che dovrà rappresentare tutti. Tutto ciò tenendo conto della regola, non scritta ma rivendicata più volte da Confindustria, in base alla quale il presidente della Camera di commercio dovrebbe toccare ogni volta ad una categoria diversa, almeno tra quelle più rappresentative, e quindi dopo vari lustri a guida Confcommercio tocca a qualcun altro. Sul chi, dopo la rottura di ieri in casa artigiana, c’è qualche dubbio in più.
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Il Gazzettino