Don D'Antiga sotto processo: potrebbe essere "spretato"

don Massimiliano D'Antiga
VENEZIA - Cinque mesi di colloqui e scambi di lettere, di richieste all'obbedienza dovuta da un sacerdote al suo vescovo, che non hanno portato a nulla. Così la svolta...

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VENEZIA - Cinque mesi di colloqui e scambi di lettere, di richieste all'obbedienza dovuta da un sacerdote al suo vescovo, che non hanno portato a nulla. Così la svolta è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri quando don Massimiliano D'Antiga, l'ex guida di San Zulian e San Salvador, è stato chiamato a colloquio dal patriarca Francesco Moraglia che gli ha notificato quanto deciso con il via libera del Vaticano.

Ovvero l'apertura di un procedimento canonico extragiudiziale che potrebbe portare D'Antiga alla dimissione dallo stato laicale. In pratica, verrebbe spretato.
LA NOTA
È un comunicato diffuso dal Patriarcato alle 18.41 di ieri a svelare l'incontro tra Moraglia e D'Antiga, ora ufficialmente sotto processo. «Si rende noto che, in costante dialogo con gli organi competenti della Santa Sede, a partire dai giorni successivi il 9 dicembre 2018 - recita la nota - dopo sofferta, ampia e ponderata valutazione dei fatti» andati in scena negli ultimi cinque mesi »si è dovuto provvedere ad avviare un cammino di ulteriore discernimento, disponendo un percorso extragiudiziale canonico, per giungere a una serena valutazione dei fatti, anche con il chiarimento di comportamenti ed eventuali responsabilità, tutelando i diritti di tutti i soggetti interessati».
IL PROCESSO
Sarà ora una commissione composta dal domenicano padre Bruno Esposito (giudice) e dai due assessori, monsignor Davide Salvatori (membro della Sacra Rota) e dal monsignor Davide Citro (professore all'Università Santa Croce) a prendere in mano il fascicolo su don D'Antiga, che verrà sentito così come i rappresentanti della chiesa veneziana (possibile anche lo stesso patriarca).
Al centro, i fatti successivi all'8 dicembre scorso, quando monsignor Moraglia aveva sollevato don Massimiliano dall'incarico di guida pastorale delle due parrocchie, per spostarlo come sacerdote nella Basilica di San Marco. La mossa del patriarca aveva dato la stura ad una serie di manifestazioni dei fedelissimi di don D'Antiga che avevano anche incontrato Moraglia alla fine di un sit-in nell'androne del Patriarcato, con cui si erano spinti a chiedere al patriarca di tornare sui suoi passi. Dal canto suo don D'Antiga aveva respinto sia il nuovo incarico (che non gli avrebbe precluso di seguire il gruppo dei Genitori con un figlio in cielo) sia la proposta - ritenuta offensiva - di vivere un ritiro spirituale. Un muro costante, che lo ha portato di fronte ad un tribunale canonico.

Nicola Munaro
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Il Gazzettino