«Venezia, città derubata e demolita Il tram? Mi sveglio con quel pensiero»

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VENEZIA - «Derubata. Demolita. Demoralizzata. Venezia l’ho trovata così un anno fa. Una città sulla quale mangiavano tutti, con un patrimonio che stavano progressivamente consumando. Ci vorrà ancora molto tempo, ma Venezia è una città che può risorgere. Per me è un obbligo morale».

 

Il sindaco Luigi Brugnaro non ha perso l’entusiasmo che, un anno fa, lo ha condotto alla conquista della Serenissima. Al suo predecessore, Giorgio Orsoni, a sorpresa, concede perfino l’onore delle armi («quel disastro non può essere dovuto ad una sola persona»). Ospite de Il Gazzettino, ieri ha tracciato il suo bilancio di un anno vissuto pericolosamente, con il rischio default dei conti, con l’invasione incessante dei turisti e con una terraferma, cioè Mestre, dove si muovono ancora spinte autonomistiche con la contestata richiesta del quinto referendum per la separazione.

«In questa città volevano vendere tutto, perfino il Casinò, pur di tirare a campare ed arrivare ogni volta a farsi eleggere - attacca  - Ci voleva un sindaco-imprenditore capace di fare i conti, analizzare i bilanci e rimettere in moto Venezia. Il 2 luglio 2015, giorno del primo Consiglio comunale, avevamo un buco di 32 milioni di euro che siamo riusciti a ripianare con l’aiuto del Governo ma anche facendo entrare in cassa tutto il possibile. Quest’anno siamo a meno 18 milioni, ma ce la faremo». Soldi pochi, turisti tanti. Un’infinità: qualcosa come 23 milioni di visitatori l’anno. 

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Il Gazzettino