Venezia, la Cassazione: «Nei canali non si applica il codice della strada, niente tolleranza di 5 km/h sulla velocità»

Venezia, la Cassazione: «Nei canali non si applica il codice della strada, niente tolleranza di 5 km/h sulla velocità»
VENEZIA - La Corte di Cassazione, con una recentissima sentenza ha statuito un principio importantissimo e destinato a “rivoluzionare” i comportamenti di chi naviga a...

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VENEZIA - La Corte di Cassazione, con una recentissima sentenza ha statuito un principio importantissimo e destinato a “rivoluzionare” i comportamenti di chi naviga a Venezia: ai limiti di velocità disposti nei canali lagunari non si può applicare la tolleranza di 5 chilometri orari in analogia a quanto previsto dal codice della strada.

Le sentenze

La querelle  ha preso avvio nel 2019:  due sentenze del Tribunale di Venezia, confermando le decisioni del Giudice di Pace, che annullava le sanzioni comminate dalla Polizia locale ad un tassista acqueo che transitava a 10 km l’ora in Rio Briati a Dorsoduro, affermavano l’applicazione analogica dell’art. 345 del Regolamento del codice della strada agli accertamenti eseguiti nella navigazione lagunare. In buona sostanza le velocità dei natanti nella laguna rilevata dalle forze di Polizia con il telelaser avrebbe dovuto essere ridotta di 5 km/h, come accade sull’asfalto.  L’Avvocatura civica, su mandato del Sindaco Luigi Brugnaro, si è rivolta alla Cassazione, sostenendo proprio l’”erroneità” dell’equiparazione tra acqua e strada e l’evidente specificità della navigazione nei rii di Venezia. La Corte di Cassazione ha pienamente accolto la tesi del Comune: «ove il limite di velocità sia di 5 km/h (come nel caso de quo), l’estendere analogicamente una riduzione di 5 km/h alla misurazione tecnica della velocità delle imbarcazioni a motore vale esattamente quanto consentire alle autovetture un’andatura di 100 km/h nei centro abitati in cui vige un limite di velocità di 50 km/h».
I giudici del Palazzaccio, vanno anche oltre affermando il principio, per il quale il Comune si batte da anni, secondo il quale deve escludersi l’applicazione del codice della strada per colmare le asserite lacune della disciplina della navigazione.


Soddisfatto, il consigliere delegato all’Avvocatura avv. Paolo Romor: «Si tratta di un’affermazione di principio importante, che sottolinea la specialità di Venezia e le esigenze di tutela dell’ambiente e del patrimonio storico e culturale sottese alla disciplina della navigazione, confido che dopo questa sentenza molti ricorsi pretestuosi di chi ha violato le regole di sicurezza in Città possano essere ora evitati». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino