Prorettore vola a Mosca: al ministro russo il riconoscimento delle polemiche

Prorettore vola a Mosca: al ministro russo il riconoscimento delle polemiche
VENEZIA - Nonostante le proteste di oltre 100 dei suoi professori e ricercatori, l'università Ca' Foscari di Venezia ha consegnato la "Honorary Fellowship" al ministro...

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VENEZIA - Nonostante le proteste di oltre 100 dei suoi professori e ricercatori, l'università Ca' Foscari di Venezia ha consegnato la "Honorary Fellowship" al ministro della cultura russo Vladimir Medinski, docente di relazioni internazionali. Lo ha fatto oggi a Mosca con il suo prorettore Silvia Burini, la quale ha sottolineato che il riconoscimento è stato attribuito a Medinski non come ministro ma come studioso. «Per me è un onore, Ca' Foscari è una delle università più prestigiose d'Europa, soprattutto quella di economia», ha commentato Medinski.




«La gente di cultura prende con ironia quel raffreddamento artificiale nei rapporti legati alle sanzioni politiche. I tentativi di far litigare i nostri Paesi e di dividere la Russia dall'Europa non hanno prospettive perché la cultura ci riunisce», ha aggiunto. La consegna del riconoscimento era prevista per il 12 maggio, ma il ministro aveva cancellato il suo viaggio in laguna ufficialmente, secondo Cà Foscari, «per improvvisi impegni istituzionali».



Le polemiche erano scoppiate alcuni giorni prima, quando oltre cento tra docenti e tecnici di Cà Foscari avevano scritto una lettera sostenendo che «il premio non fa onore all'ateneo ed è inopportuno nei confronti del rappresentante di una università che ha licenziato un insegnante, curatore del padiglione russo alla Biennale di Venezia, per aver criticato la politica estera di Putin». «La nomina era stata vagliata dal Senato Accademico - la risposta di Ca' Foscari - il riconoscimento è attribuito per il ruolo culturale e politico del premiato». Medinski è considerato uno degli artefici della nuova politica culturale putiniana, imperniata sui valori tradizionali in contrapposizione ad una cultura europea vista come sempre più

«depravata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino