Bettin: «E' in atto un tentativo di destrutturare Venezia»

Bettin: «E' in atto un tentativo di destrutturare Venezia»
VENEZIA - "E' in atto un tentativo di destrutturare e impoverire Venezia". Lo dice, con una certa gravità, Gianfranco Bettin, una lunga storia di amministratore comunale,...

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VENEZIA - "E' in atto un tentativo di destrutturare e impoverire Venezia". Lo dice, con una certa gravità, Gianfranco Bettin, una lunga storia di amministratore comunale, conclusa con l'assessorato alle politiche giovanili e all'ambiente della giunta Orsoni.


In una nota, Bettin ne ha per tutti, a partire da chi mette in atto un'opera di "affondamento" della città lagunare che, secondo lui, ha radici nel disinteresse da parte dello Stato.



"Venezia - osserva Bettin - è una città davvlero unica, che ha costi maggiori delle altre ma che genera una ricchezza ancor maggiore per tutto il paese. Questa verità, riconosciuta da leggi speciali dello Stato, che ha ragioni storiche e strutturali, può essere negata solo da gente molto ignorante o molto in malafede, geo-politicamente interessata a destrutturare e a impoverire Venezia. Sono costoro, e chi cade nella loro trappola, a orchestrare l’attuale campagna di denigrazione verso il Comune di Venezia e la sua spesa pubblica, che tocca il punto più indecente nella criminalizzazione dei dipendenti e della stessa spesa per i servizi essenziali. Uno Stato all’altezza dei problemi, consapevole della realtà di Venezia, troverebbe facilmente il modo di ovviare alla sostanza dei problemi economici dell’amministrazione e della città che dipendono in grandissima parte dal drenaggio improprio (e anche illecito, come si è visto) di fondi destinati alla salvaguardia fisica e socio-economica finiti invece alla cricca della Mose, ai suoi sprechi e ai suoi furti, e in altra parte dagli effetti distorti del patto di stabilità, feroce per tutti i comuni ma a Venezia doppiamente, come è stato ripetutamente dimostrato".



"Per risolvere immediatamente la questione degli stipendi e della tutela dei servizi- rilancia Bettin - basterebbe riportare la quota riconosciuta “per spese generali” sulle opere affidate al Consorzio Venezia Nuova al livello normale del 6% dall’attuale stratosferico 12% conferito al Consorzio, liberando subito almeno 75 milioni di euro. In prospettiva, in sede di riscrittura della Legge Speciale o, come sarebbe meglio auspicabile, di riconoscimento di uno statuto speciale alla città, si potrebbe definire strutturalmente questo contributo dello Stato, legandolo alla capacità di recupero diretto di risorse, con speciali competenze, da parte dell’Amministrazione locale. Nell’immediato, però le risorse sono facilmente reperibili, se esiste la volontà. Paragonare Venezia a città del sud, o del centro o del nord, viziate da assistenzialismo o da privilegi è totalmente insensato, oppure una menzogna che nasconde un progetto politico contro Venezia, il più pericoloso da molti anni a questa parte".



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Il Gazzettino