VENEZIA - C’è chi non si schioda dalla poltrona e chi, pur dimissionario, agisce come se sapesse già che sarà riconfermato. Succede in Veneto...
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INCOLLATO - Il consigliere di Veneto Sviluppo che non si è dimesso e che a questo punto sarà revocato nell’incarico dal consiglio regionale, è Leonardo Colle, bellunese, avvocato, vicino al sindaco di Verona e segretario di Fare! Flavio Tosi. Colle - tra l’altro fra i più assenti in Cda, e se c’era spesso si asteneva - era stato proposto dai tosiani ed è uno dei due componenti spettanti all’opposizione (il secondo era Giansandro Todescan, Pd) sui 7 complessivi di nomina regionale (cui si aggiungono i 6 di nomina delle banche). E qui va aperta una parentesi per capire perché il Cda di Veneto Sviluppo deve dimettersi.
BANKITALIA - Per essere iscritto nell’albo unico di intermediario finanziario vigilato, Veneto Sviluppo deve adempiere a una serie di disposizioni fissate dalla Banca d’Italia. Una di queste è applicare il nuovo statuto che prevede un Cda più snello, 7 membri (di cui 3 delle banche e 4 della Regione) anziché 13. Per nominare il nuovo Cda - ed è già partita la fase della presentazione delle candidature - deve cessare il vecchio Cda. Tutti si sono dimessi. Colle no. Così la giunta ha deciso di revocargli l’incarico. Atto, però, che dovrà fare il consiglio regionale visto che la nomina - e quindi la revoca - è di competenza dell’assemblea legislativa. Curosità: a Palazzo raccontano che Colle abbia già fatto domanda per essere rinominato.
TEMPI STRETTI - Per non perdere l’accreditamento di Bankitalia, la pratica dovrà essere definita entro il 30 settembre. Tra l’altro il nuovo Cda dovrà rispettare la parità di genere: le banche hanno già provveduto designando due uomini e una donna, la Regione dovrà designare due uomini e due donne.
SOTTO ACCUSA - Con il 99% del Cda dimissionario, Veneto Sviluppo opera in regime di prorogatio. Ma l’"attivismo" del presidente uscente Tussardi è stato notato dal consigliere regionale del Pd Stefano Fracasso che oggi depositerà una interrogazione. Sotto accusa dichiarazioni stampa di Tussardi in cui annuncia un progetto per aiutare le famiglie: Veneto Sviluppo comprerebbe i mutui "prima casa" concessi da Veneto Banca e Popolare Vicenza e "incagliati". Un intervento - rileva Fracasso - «estraneo sia all’ordinaria amministrazione di Veneto Sviluppo che ai compiti in capo allo stesso ente», che dovrebbe occuparsi delle piccole e medie imprese. Su questo si attende la risposta del governatore Zaia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino