Veneto sviluppo, la Regione farà causa ai vecchi dirigenti

Veneto sviluppo, la Regione farà causa ai vecchi dirigenti
VENEZIA - Veneto Sviluppo, la finanziaria controllata dalla Regione Veneto per il 51%, ha investito quasi 10 milioni di euro nella società Cis di Verona e li ha...

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VENEZIA - Veneto Sviluppo, la finanziaria controllata dalla Regione Veneto per il 51%, ha investito quasi 10 milioni di euro nella società Cis di Verona e li ha praticamente persi. Motivo per cui adesso la Regione vuole che Veneto Sviluppo chieda i danni agli amministratori della stessa Veneto Sviluppo che, dando il via libera a un prestito obbligazionario di 5 milioni (decisione che risale al 2010) e a un aumento di capitale di 300mila euro (cosa che avvenne nel 2011), causarono le attuali perdite.

La decisione di promuovere un’azione di responsabilità nei confronti dei "vecchi" amministratori di Veneto Sviluppo è stata deliberata ieri dalla giunta regionale. Nello specifico, il prossimo 5 settembre quando si terrà l’assemblea dei soci di Veneto Sviluppo, il rappresentante della Regione (l’assessore alle società partecipate Gianluca Forcolin o il segretario generale della programmazione Ilaria Bramezza), chiederà agli altri soci di rivalersi sui vecchi amministratori. Una decisione, di fatto, già presa, avendo la Regione la maggioranza assoluta della finanziaria.
Cis è l’acronimo di Compagnia Investimento Sviluppo ed è una società veronese che mette assieme imprenditori e banche, più la finanziaria regionale, con una precisa mission: sviluppare iniziative nel comparto immobiliare terziario e residenziale-turistico. Sotto il suo controllo c’è Infracis, società che investe nelle infrastrutture autostradali. Inizialmente, parliamo del 2003-2004, Veneto Sviluppo aveva una quota marginale, poi il progetto è aumentato. Nel 2010 Cis ha emesso un prestito obbligazionario per 30 milioni, con Veneto Sviluppo che ne ha sottoscritto una tranche di 5 milioni. Purtroppo è stato l’anno in cui è scoppiata la crisi immobiliare e Cis ne ha fortemente risentito. Nel 2011 la società che già versava in un precario stato di equilibrio finanziario, ha chiamato un aumento di capitale che per Veneto Sviluppo è equivalso a un esborso di 300mila euro. Complessivamente, contando anche gli anni precedenti, la finanziaria regionale ha investito in Cis circa 9,3 milioni di euro. Ma Cis è andata in crisi, è risultata insolvente in primis verso le banche e nel 2013 ha varato un piano di ristrutturazione aziendale ex articolo 182 bis della legge fallimentare. È il cosiddetto "concordato in bianco". Veneto Sviluppo, nel frattempo, al momento di approvare il proprio bilancio 2012, ha deciso di svalutare l’esposizione verso Cis e di portarla ad un valore di 1 euro. L’idea di recuperare qualcosa c’era tutta, solo che non si è concretizzato. Veneto Sviluppo ha così chiuso il bilancio 2012 con una perdita di 8 milioni, dovuta principalmente alla situazione di Cis.

Ad accendere un faro su Veneto Sviluppo e sugli investimenti in Cis è stata la Corte dei conti: a fine 2015, la Procura della magistratura contabile ha inviato una comunicazione alla finanziaria regionale invitando a interrompere i termini di prescrizione dell’azione erariale avviata per le perdite messe a bilancio 2012. In pratica Veneto Sviluppo doveva "mettere in mora" i componenti del Cda, con relativi sindaci, che avevano come presidenti Emma Gemma (dal 2008 al 2010) e Francesco Borga (2010-2011). L’ultimo atto è la delibera di ieri della giunta regionale: Veneto Sviluppo dovrà chiedere i danni ai propri ex amministratori. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino