Veneto Strade senza fondi, i sindaci protestano per salvare la viabilità

Veneto Strade senza fondi, i sindaci protestano per salvare la viabilità
BELLUNO - Disobbedienza civile. La Provincia alza la voce e si dice pronta ad azioni forti per salvare la viabilità bellunese. ...

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BELLUNO - Disobbedienza civile. La Provincia alza la voce e si dice pronta ad azioni forti per salvare la viabilità bellunese.

Nella speranza che non sia il canto del cigno, ma piuttosto la scossa per destare il Governo e richiamarlo alle sue responsabilità. L’attesa durerà fino a martedì, data della “marcia su Roma” della presidente di Palazzo Piloni. In programma c’è un incontro al Ministero per gli Affari Regionali (con la presenza del presidente dell’Unione Province Italiane e del prefetto di Belluno). Lì si giocherà l’ultima carta della lotta per Veneto Strade, che a questo punto è una lotta per la sopravvivenza delle strade del Bellunese. Se arrivano rassicurazioni finanziarie, la lancetta della viabilità potrà continuare a girare. Altrimenti, sono pronte azioni forti. Contro lo Stato. Perché la colpa del “mal di strada” è solo dello Stato.

Lo hanno detto tutti, ieri a Villa Patt. Agli “stati generali” convocati dalla presidente di Palazzo Piloni, l’identikit del colpevole della crisi di viabilità era già tracciato: è lo Stato che ha azzerato i trasferimenti a Belluno per quel che riguarda la manutenzione delle strade, lo Stato che ha chiesto un prelievo forzoso alle casse della Provincia. Servono 9 milioni di euro per il 2017, ma a quanto pare le promesse fatte in passato dal ministro Delrio e da qualche sottosegretario non sono mai state mantenute. Ecco perché, al capezzale di Veneto Strade, i sindaci hanno deciso di alzare la voce. L’ordine del giorno approvato all’unanimità dispone di «adottare tutte le iniziative, comprese anche azioni di disobbedienza civile e di sospensione dei servizi, volte a creare le condizioni per ottenere il ripristino dei fondi per la viabilità assegnati alla Provincia di Belluno a seguito del trasferimento alla stessa della rete viaria ex Anas avvenuto nel 2001 (15 milioni di euro, diventati 0 euro nel 2015, ndr)». Quali azioni forti? Riconsegnare la fascia tricolore. Ma anche bloccare le linee ferroviarie. A la guerre comme a la guerre.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino