Permessi di soggiorno falsi: ​84 indagati in cinque regioni

VERONA - Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: circa 400 militari della guardia di finanza hanno eseguito 34 misure cautelari personali, delle quali tre in carcere,...

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VERONA - Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: circa 400 militari della guardia di finanza hanno eseguito 34 misure cautelari personali, delle quali tre in carcere, 12 agli arresti domiciliari. Diciannove le misure interdittive emesse dal gip del tribunale di Prato. Complessivamente le persone indagate sono 84, 111 le perquisizioni in 5 Regioni italiane: Toscana, Veneto, Lombardia, Campania e Marche. I reati contestati dalla procura pratese sono associazione per delinquere, induzione in errore dell'ufficio immigrazione, falsità ideologica nel rilascio di rinnovi di permessi di soggiorno ed immigrazione clandestina.


Vendevano kit di documenti falsi a imprenditori orientali per far ottenere loro il rinnovo del permesso di soggiorno. Protagonisti due studi professionali con sedi a Prato, Pistoia, Mantova e Verona - guidati da un commercialista (Alberto Robbi, 47 anni, residente a Vigavio in provincia di Verona) e da un consulente del lavoro (Filippo Rosini, 44 anni, residente a Pistoia). Sarebbero loro il fulcro dell'operazione, denominata "colletti bianchi", che stamani ha portato all'arresto di 15 persone e a 111 perquisizioni da parte degli uomini della guardia di finanza di Prato. In totale 83 gli indagati: italiani e cinesi. Lo stesso metodo di vendita di falsi documenti - secondo l'ipotesi della procura di Prato -, grazie al passa parola (in carcere è finito anche Rongchang Zhong, detto Jimmy, 31 anni, residente a Milano ma di origine orientale, collaboratore del Robbi), sarebbe stato applicato ai dipendenti delle ditte che, da tutta Italia, si rivolgevano ai due studi.


Per i titolari degli studi e Zhong, il gip del tribunale di Prato ha deciso la custodia cautelare in carcere: due sono stati arrestati in Toscana, uno a Verona. Tra i reati contestati, a vario titolo, anche l'associazione a delinquere. L'indagine va avanti da circa un anno, periodo nel quale grazie a intercettazioni telefoniche e verifiche della gdf, gli inquirenti avrebbero individuato numerosi collaboratori dei due studi, tutti ora agli arresti domiciliari.
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Il Gazzettino