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C'è il Veneto narrato dall'opposizione di centrosinistra, quello delle famiglie che faticano a pagare le bollette, la retta del nonno in casa di riposo e l'asilo nido del pargolo, il Veneto dei giovani universitari che hanno diritto alla borsa di studio ma che non l'hanno ricevuta, un Veneto soprattutto «senza una strategia di sviluppo». E poi c'è il Veneto narrato dalla maggioranza di centrodestra che mette in fila i progetti e i cantieri in corso, dalla Pedemontana alle Olimpiadi, dal nuovo ospedale di Padova all'auspicata holding autostradale fino al sogno della Silicon Valley in terra scaligera. In una parola, il Veneto delle eccellenze.
Queste due opposte descrizioni si sono scontrate ieri a Venezia a Palazzo Ferro Fini dove il consiglio regionale del Veneto ha iniziato a discutere la sessione di bilancio 2023-2025. Ieri è stata la volta del Defr (Documento di economia e finanza regionale), oggi si proseguirà con la Nota di aggiornamento. La settimana prossima si passerà a una variazione del bilancio 2022 (2,380 milioni recuperati dalla Pedemontana, visto che la superstrada entrerà in esercizio l'anno prossimo e quindi i soldi accantonati per pagare il concessionario potranno essere spesi diversamente, per la precisione: 1 milione per le borse di studio, 122mila euro porti del lago di Garda, 558mila Veneto Strade, 700mila cultura), quindi il bilancio di previsione 2023-2025.
IL CONFRONTO
In un'aula tanto affollata quanto distratta e volutamente silente (per la maggioranza - Lega, FdI, FI - hanno parlato solo il relatore Luciano Sandonà e l'assessore al Bilancio Francesco Calzavara), la seduta di ieri è stata monopolizzata dall'opposizione. Il capogruppo del Pd Giacomo Possamai, controrelatore: «Ci avete presentato un bilancio ragionieristico dando lettura a una relazione preparata dagli uffici, ogni anno lo stesso schema, non avete un'idea di sviluppo del Veneto». Lo speaker dell'opposizione Arturo Lorenzoni ha rimarcato l'assenza del governatore Luca Zaia («L'abbiamo visto solo due volte dall'inizio della legislatura») e ha cercato di spronare i consiglieri di maggioranza: «Non limitatevi a premere i bottoni, siate parte attiva. La mancanza delle scelte inizia a pesare in modo pesante sull'economia e nella qualità della vita dei Veneti». «I giovani sono i grandi assenti da questa manovra», ha denunciato Elena Ostanel (Veneto che Vogliamo). E la pentastellata Erika Baldin: «L'austerity di Zaia impoverisce le nuove generazioni». A invocare l'addizionale Irpef, Cristina Guarda (Europa Verde): «Dopo pandemia, conflitto in Ucraina, crisi energetica ed economica, inflazione a due cifre, cosa deve capitare ancora per convincere Zaia che chi sta meglio economicamente può privarsi di qualche euro all'anno per fare il bene di chi sta male?». Durissima la dem Vanessa Camani: «Lo sapete anche voi - ha detto rivolta alla maggioranza - che con 60 milioni non sarete in grado di rispondere alle emergenze, a questo Defr manca la politica».
Nella replica, prima del voto, l'assessore Calzavara si è rivolto direttamente ai cittadini: «State tranquilli, il Veneto non è quello che avete sentito descrivere in queste cinque ore». Poi il voto. Bulgaro: 38 sì, 10 no. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino