Veneto Banca: titoli sopravvalutati già tra il 2012 e il 2014

Veneto Banca: titoli sopravvalutati già tra il 2012 e il 2014
 In principio si pensava che la sopravvalutazione delle azioni di Veneto Banca fosse del 40%. Oggi la consulenza affidata al professor Angelo Maglietta, docente di economia...

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 In principio si pensava che la sopravvalutazione delle azioni di Veneto Banca fosse del 40%. Oggi la consulenza affidata al professor Angelo Maglietta, docente di economia alla Iulm di Milano, svela la verità: nel periodo compreso tra il 2012 e il 2014 il titolo era gonfiato dal 77 al 79%, fatti due conti dai 30 ai 33 euro per azione. È questa la conclusione a cui arriva la super perizia, consegnata nei giorni scorsi, disposta dal procuratore reggente di Treviso Massimo De Bortoli e dal sostituto Gabriella Cama sulla metodologia che ha portato alla determinazione del valore delle azioni di Veneto Banca e sulla stima del valore reale delle stesse. La consulenza è stata preparata nell'ambito del troncone di indagine relativo alla truffe che sarebbero state perpetrate dai vertici della ex popolare ai danni dei risparmiatori di Verbania e che verrà unificato a quello che ha per oggetto lo stesso reato commesso nella Marca. Sei le persone indagate per associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Sono gli stessi nomi che compaiono, accusati dello stesso reato, nelle carte del troncone trevigiano: oltre all'ex Ad Vincenzo Consoli si tratta dell'ex condirettore generale e responsabile dell'area commerciale Mosé Fagiani, dell'ex responsabile della direzione centrale pianificazione e controllo Renato Merlo, dell'ex responsabile della direzione centrale amministrazione e, dopo il 2014, dirigente preposto alla redazione dei libri contabili societari Stefano Bertolo, dell'ex responsabile della direzione centrale compliance Massimo Lembo, di Cataldo Piccarretta, ex direttore dell'area mercato Italia.


Dall'inchiesta escono invece i 45 dipendenti di Veneto Banca e delle sue controllate piemontesi, già rinviati a giudizio nell'ambito del procedimento rispedito a Treviso per competenza territoriale. Secondo i magistrati non avrebbero infatti avuto la possibilità né le conoscenze per valutare la correttezza del prezzo di collocamento e sarebbero stati anche loro tratti in inganno dal management. Per De Bortoli e la Cama in Veneto Banca venivano presentate «pianificazioni aziendali non disciplinate da alcuna regolamentazione interna e completamente accentrate nelle strutture di vertice, assieme a dati di bilancio e previsionali non aderenti alla realtà, eccessivamente ottimistici, irragionevoli e inattendibili, costringendo a mantenere elevato il prezzo unitario delle azioni. Il tutto dopo l'ispezione della Banca d'Italia che, il 6 novembre 2013, aveva esplicitamente evidenziato che il valore dell'azione era incoerente con la situazione finanziaria della società e con il contesto economico». Il risultato è che il prezzo dei titoli, nel 2012 pari a 40,25 euro, nel 2013 a 40,75 euro e nel 2014 sceso all'incirca a 39 euro, era realtà di 9,11 euro nel 2012, 9,19 euro nel 2013 fino agli 8,04 euro del 2014.

Denis Barea
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Il Gazzettino