Il dado è tratto. Da giovedì 30 Atlante dà esecuzione al contratto di sub garanzia con il consorzio di banche guidato da Banca Imi e sottoscrive circa il 97%...
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Del passo indietro si sarebbe discusso in consiglio la scorsa settimana. E sembra che quasi tutti siano disposti ad adempiere ad un atto dovuto e opportuno che corrisponde alla prassi in caso di cambio di controllo. Accanto a questo, però, convive il convincimento che l’esito del progetto Serenissima rende inevitabile il passo indietro. Quel progetto era legato alla presenza di un gruppo di soci veneti e romani che avrebbe dovuto supportare il vertice verso un rilancio da costruire ricercando un’alleanza da trattare ad armi pari o comunque in condizioni non di sudditanza. E l’ipotesi su cui si puntava era Bper. Invece l’ipo, a dispetto dei proclami di Bruno Zago, imprenditore della carta, capo dell’associazione "Per Veneto Banca" secondo il quale il collocamento avrebbe fatto breccia, si è concluso come quello della Vicenza. Al tirar delle somme sono stati raccolti 22 milioni, pari al 2,23%. Chi ha aderito all’offerta ha tempo fino ad oggi per recedere visto che non c’è più la quotazione in Borsa. Sembra però, che pochissimi si tirino fuori e che soci equivalenti a un 2% vogliano affiancarsi ad Atlante e alla prossima assemblea potrebbero presentare una lista di minoranza. Atlante, dal canto suo, governerà Veneto Banca assieme a Popolare di Vicenza con l’obiettivo di ristrutturarle separatamente e, dopo circa un anno, fonderle, come propone il presidente della regione Veneto Luca Zaia.
Veneto Banca potrebbe vendere rapidamente Bim, la banca di gestioni patrimoniali di Torino. Ma prima Ambrosini dovrebbe sondare l’orientamente di Atlante. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino