Veneto Banca, l’altolà di Ambrosini «Nessuna super delega a Carrus»

Veneto Banca, l’altolà di Ambrosini «Nessuna super delega a Carrus»
Veneto Banca, il presidente Stefano Ambrosini pianta un paletto deciso dopo i messaggi disorientanti di questi giorni: «Tutte le scelte strategiche sul futuro della banca,...

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Veneto Banca, il presidente Stefano Ambrosini pianta un paletto deciso dopo i messaggi disorientanti di questi giorni: «Tutte le scelte strategiche sul futuro della banca, incluse eventuali ipotesi di future integrazioni con altri istituti, sono, naturalmente, di esclusiva competenza dell'organo consiliare». Quindi nessuna super delega al dg Cristiano Carrus. Nè super poteri alla consigliera Carlotta De Franceschi, che comunque ha un ruolo fondamentale nella ricerca del futuro alleato e nelle strategie. «Né al direttore generale né ad altri consiglieri sono state concesse deleghe in materia, dal momento che ciò non sarebbe stato giuridicamente possibile», ha dichiarato Ambrosini. Il presidente si è detto «fiducioso nella proficua collaborazione fra i consiglieri Carrus e De Franceschi, la cui elevata professionalità è messa al servizio della banca e, di conseguenza, dei suoi soci, ai quali dobbiamo tutti massima attenzione e rispetto. In questo delicato momento occorre lasciar lavorare gli advisor, che sono certo opereranno per il meglio».


L’impressione però è che la banca stia viaggiando su un doppio binario, con un vertice operativo che godrebbe dell’appoggio della Bce ma non dell’intero consiglio d’amministrazione, e il cda impegnato a cercare di trovare nuovi spazi per evitare l’abbraccio mortale di Atlante, che se facesse cappotto come a Vicenza varerebbe la fusione spezzatino con Popolare Vicenza. Meglio dunque trovare un grande fratello, magari Ubi o Bper.
Di sicuro tra i soci comincia di nuovo a serpeggiare scontento. «Da una settimana abbiamo chiesto un incontro col nuovo cda e la direzione, nessuna risposta - denuncia Bruno Zago, presidente dell’associazione Per Veneto Banca e grande azionista dell’istituto - sembra che le cose vadano avanti come prima con la gestione Bolla. Questo è negativo. In più nella struttura ci sono spostamenti tra i dirigenti poco comprensibili, soprattutto in questa fase di pre aumento di capitale dove invece sarebbe premiante il legame col territorio». Zago lancia l’allarme: «C’è malumore tra i dipendenti. E Atlante sembra non abbia firmato nessun contratto di garanzia. Da parte nostra, sull’aumento di capitale c’è ottimismo: abbiamo fondate speranze che riusciremo a sottoscrivere la nostra quota di aumento e anche di arrivare sopra il 25% del capitale. Il nostro obiettivo è andare in Borsa, la banca vale ancora diverse centinaia di milioni, non possiamo dargliela ad Atlante per 10 milioni come è accaduto a Vicenza».

Nel frattempo sale l’attesa per la forchetta di prezzo per l’offerta, che dovrebbe essere decisa dal cda di Veneto Banca a fine mese. Poi partirà il prospetto informativo che dovrebbe contenere i rilievi degli ispettori Consob sulla gestione degli ultimi anni già anticipati in larga parte da Il Gazzettino. In questo contesto c’è da precisare la posizione dell’ex vice presidente della controllata Banca Apulia Errico Ronzo, che ha riscosso una parcella di 52.125 euro nel 2014, parte di una consulenza strategica pluriennale: «Non ho mai favorito il passaggio delle azioni del signor Pavan, nè ho mai messo in contatto il signor Pascariello con quest'ultimo».
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Il Gazzettino