Imprenditrice denuncia: «La banca mi "marchia" e mi riduce sul lastrico»

Il gruppo di Confedercontribuenti con Bellucco (a dx)
SELVAZZANO (Padova) - «Prelievi illeciti dai conti correnti, ma anche azioni di usura». Accuse pesanti quelle lanciate dai rappresentanti di Confedercontribuenti guidati da...

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SELVAZZANO (Padova) - «Prelievi illeciti dai conti correnti, ma anche azioni di usura». Accuse pesanti quelle lanciate dai rappresentanti di Confedercontribuenti guidati da Alfredo Belluco, volto noto agli istituti bancari per le numerose azioni di protesta messe in piedi in tutto il Veneto in difesa dei correntisti che si rivolgono all'associazione per avere un riscatto da un trattamento bancario ritenuto pressante e ingiusto. L'altro giorno l'associazione era a manifestare davanti alla filiale della Banca del Centroveneto di Caselle di Selvazzano. Qui è stato srotolato uno striscione con uno slogan piuttosto eloquente «Direttore o.. .400 miliardi da recuperare». Uno slogan rivolto a tutto il sistema bancario con chiaro riferimento alla contestazione dei «prelievi illeciti» che Confedercontribuenti muove nei confronti delle banche.




«Chiedo agli imprenditori di far analizzare i conti correnti che hanno un fido, oppure che sono sconfinati - ha detto Belluco - perché tutto il sistema bancario ha approfittato di un vuoto legislativo con l’applicazione di spese, interessi e commissioni che sfociano spesso nel superamento della soglia di usura, che non è dovuto e che deve essere restituito. E proprio ieri a Monselice c'è stato un convegno sugli illeciti bancari, con la testimonianza di un imprenditore che ha salvato la sua azienda grazie a 550mila euro recuperati da tre banche».



Ma la manifestazione era anche in supporto ad una cliente, un'imprenditrice nel settore immobiliare, che negli ultimi due anni vive gravi difficoltà dopo l'attivazione nel 2007 di un conto corrente ipotecario per l'acquisto di un terreno da 400 mila euro. E per l'imprenditrice lo «stato di sofferenza» in cui la banca l'ha inserita, dopo non aver pagato due rate nel 2014, è stato l'inizio di un'escalation. «Due anni fa avevo chiesto aiuto alla banca - racconta la donna - rimettendoci avevamo anche trovato la possibilità di vendere il terreno pur di chiudere questa posizione, ma non ci è stato possibile farlo. E la situazione di sofferenza con cui siamo stati bollati ci ha creato grossi problemi».



Da parte sua la direzione generale della Banca del Centroveneto ha fatto sapere di avere aderito e di applicare correttamente le moratorie e i protocolli previsti dall'Associazione Bancaria Italiana (Abi). Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino