L’ultimo giorno prima del giudizio finale (dei soci) passa tra smentite, controsmentite, minaccia di querele e cause già notificate. Per Veneto Banca sono ore di...
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LA LISTA DEL CDA - Da una parte la lista capeggiata dall’attuale presidente Pierluigi Bolla, consigliere d’amministrazione dall’aprile del 2014, azionista dell’istituto e imprenditore veronese del prosecco con la Valdo che guida una squadra parzialmente rinnovata rispetto a quella che ha retto la banca dopo la rivoluzione d’ottobre (addio di Francesco Favotto e in rapida successione del vice Alessandro Vardanega) che comunque conferma i tre uomini forti della gestione che hanno portato l’istituto dopo una profonda pulizia di bilancio a chiudere il 2015 con 882 milioni di perdite e il primo trimestre con un "rosso" di 34 milioni, cioè Maurizio Benvenuto (presidente comitato esecutivo e di Banca Apulia) e l’amministratore delegato Cristiano Carrus. Del poker che ha retto la banca negli ultimi mesi manca solo la vicepresidente Cristina Rossello, che è uscita di scena senza spiegazioni ufficiali. Sarà interessante vedere chi candiderà la lista Bolla per questa poltrona importante e delicata.
GLI SFIDANTI - Sull’altro fronte la lista guidata dal consigliere di Compagnia Sanpaolo Stefano Ambrosini, ex commissario di Alitalia e Bertone, che vede come potenziale vicepresidente l’ex consigliori del premier Renzi, Carlotta De Franceschi, pordenonese. L'avvocato di Torino sottolinea che la lista concorrente «ha strumentalizzato maldestramente il ruolo e la posizione» della Bce che per «definizione è imparziale». Il vero «rinnovamento lo incarna la nostra lista e non quella di chi sedeva» in cda con Consoli (che però nel 2014 era solo direttore generale). Poi l’attacco a Bolla: «Non prendo lezioni di sensibilità e senso d'opportunità da un imprenditore che prendeva finanziamenti della banca di cui è diventato presidente». Quanto all'eventuale intervento del fondo Atlante, Ambrosini, è "fiducioso sul buon esito dell'aumento ma visto che Atlante è un prezioso paracadute decidere a priori di non utilizzarlo mi sembra incauto". Detto ciò ha confermato che alla guida della banca ci resterà Carrus. In lizza per gli oppositori all’attuale cda anche i due presidenti delle associazioni dei soci più importanti: Matteo Cavalcante (Per Veneto Banca, che punta al 75% dei voti in assemblea) e Giovanni Schiavon (Azionisti Veneto Banca), che proprio ieri si è beccato una citazione danni proprio da Benvenuto per 250mila euro. L’ex presidente del tribunale di Treviso parla di una "intimidazione".
I VELENI - Quanto poi ai contenuti delle dichiarazioni del presidente uscente Bolla, "i candidati al cda si riservano un’azione legale a tutela della loro reputazione, che nessuna autorità di certo mette in discussione, diversamente da come si vorrebbe lasciare intendere". Insomma «è in atto una squallida e gravissima campagna di denigrazione nei confronti della lista antagonista a quella proposta dall’attuale cda». L’associazione Per Veneto Banca accusa: «Per la campagna elettorale, il presidente Bolla ha impropriamente e indebitamente usato mezzi e risorse della banca per promuovere la sua lista». Stigmatizzata anche la strategia complessiva: «L’attuale cda è ormai in carica da due anni e la tanto promessa svolta positiva non c’è stata. Ricordiamo che gli stessi consiglieri tra giugno e agosto 2014 hanno approvato un aumento di capitale di 475 milioni a 36 euro per azione più la conversione del prestito obbligazionario per 350 milioni. In aprile 2015 vi è stata una pesante svalutazione dell’azione (-23%) a 30,5 euro, per poi arrivare ai 7,3 del prezzo di recesso». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino