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BELLUNO - La procura indaga per abbandono incontrollato di rifiuti alle porte del centro città. L'area, una discarica a cielo aperto, si trova in via Vittorio Veneto ed è sotto sequestro penale. Il Comune ha dato tempo 30 giorni per sistemarla.
L'ORDINANZA
«L'area versa in condizioni di precarietà ambientale sicuramente non più procrastinabile nel tempo e rappresenta un rischio di inquinamento per il suolo, sottosuolo ed aria». Con queste parole il sindaco Oscar De Pellegrin ordina alla proprietà di un immobile di via Vittorio Veneto, in località Veneggia, di provvedere, in un mese, alla bonifica dell'area degradata con rifiuti pericolosi.
IL CASO
Era del 6 marzo scorso quando interveniva Arpav, che effettuò analisi, su richiesta dei carabinieri forestali di Belluno. Nella relazione sui vari cumuli di rifiuti accatastati nella proprietà di via Vittorio Veneto, emerse la pericolosità del deposito. Una questione che era finita da tempo sotto la lente della procura di Belluno, con le indagini dei carabinieri forestali che avevano eseguito il sequestro penale dell'area. Il nastro bianco e rosso è ben visibile sulla proprietà. Dentro poi si vedono macchine, olio, rifiuti speciali, fuori dall'immobile.
GLI INTRECCI
Ma a complicare il tutto il fatto che il materiale non sarebbe del proprietario del fondo, che quindi non può intervenire. «Sono stati accatastati in forma abusiva anche nella mia parte - spiega uno dei tre proprietari -: a quella persona non ho mai dato in locazione la mia parte di fondo. È sempre stato allertato verbalmente, con modi ragionevoli per la rimozione ma non ha mai dato seguito alle mie disposizioni, assicurandomi che lo avrebbe fatto quanto prima, fino all'intervento della forza pubblica».
IL PRECEDENTE
Il meccanico era stato sfrattato qualche anno fa da un altro luogo: avrebbe il vizio di tenere le cose in questo modo. Insomma una situazione tutt'altro che semplice da districare: ma i giorni rimasti per mettersi in regola sono solo 5.
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