Vittorio Veneto. In vendita la casa natale del "librettista di Mozart", Lorenzo Da Ponte. Sul mercato a metà prezzo

La casa di Lorenzo Da Ponte a Vittorio Veneto
VITTORIO VENETO (TREVISO) - Casa di Lorenzo Da Ponte in vendita: il prezzo è sceso del 50 per cento. L'agenzia: «La proprietà ha cercato di adeguarsi...

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VITTORIO VENETO (TREVISO) - Casa di Lorenzo Da Ponte in vendita: il prezzo è sceso del 50 per cento. L'agenzia: «La proprietà ha cercato di adeguarsi al mercato». È passato un mese dall'anatema di Riccardo Muti. E il complesso di proprietà della famiglia Paludetti da 421mila euro è stato riquotato a poco più di 200mila. Una cifra che comincia a farsi interessante, e potrebbe ingolosire qualche nuovo acquirente. Lo riferisce Sergio De Nardi, architetto che prima si è incaricato di stabilire l'esatta ubicazione della casa natale del poeta di Wolfgang Amadeus Mozart, poi ha consegnato un progetto di rigenerazione del sito.


LA COMUNICAZIONE
«L'agenzia mi ha comunicato che il complesso è stato riquotato con un ribasso pari al 50 per cento. Credo sia una notizia positiva, un incentivo ad accelerare la vendita». Gli occhi sono puntati sul Ministero, che aveva dato un cenno d'interesse dopo il j'accuse di Muti. «Una vergogna, un poeta che andrebbe studiato al liceo. Stiamo bruciando i ponti con la cultura italiana». Così aveva tuonato il Maestro dalla Fondazione Prada alla presentazione della Muti Italian Opera Academy. C'è tutto un mondo nelle Memorie di Lorenzo Da Ponte: Treviso, Venezia, Gorizia, Vienna poi Dresda Londra e New York. Ma dei luoghi della vita del celebre libertino e librettista di Mozart a Ceneda nulla o quasi si sapeva. In un perimetro minimo di strade e piazze, in una Ceneda antica abitata da una ricca comunità ebraica protetta dal cattolicesimo. «In realtà nessuno sapeva dove fosse nato Da Ponte». Sergio De Nardi, architetto illuminato dall'amore per la musica mostra planimetrie catastali mentre si muove tra le strade che hanno nomi antichi. «Nell'Ottocento plana su Ceneda un giornalista tedesco. Si chiama Hermann von Lohner. Chiede del Ghetto, arriva qui, nell'odierna via Da Ponte e gli danno qualche indicazione di massima. Da lì nasce l'errore sulla casa, un errore che si trascina per decenni».


LA RICOSTRUZIONE
Per fortuna le risposte arrivano tutte dal catasto e dagli atti notarili: ed è così che De Nardi in circa 7 anni di lavoro riesce a ricostruire con definitiva esattezza i movimenti del celebre libertino e della sua famiglia e arriva allo stabile di via Manin, di proprietà della famiglia Paludetti, un ex negozio di scarpe. «E' chiuso da oltre 20 anni. E da parecchio l'immobile è in vendita, da prima che si scoprisse che qui era nato Da Ponte». De Nardi, tre anni fa non solo ha fatto in proprio un progetto di ristrutturazione interna per far nascere un centro culturale dedicato a Lorenzo da Ponte, ma ha anche trovato una famiglia di industriali sensibili. Tutto si è arenato a causa della richiesta troppo alta da parte dei proprietari.


L'IDEA
«Avevo interessato una grande azienda di cucine del territorio. L'idea era realizzare un'acquisizione di mecenatismo culturale: la coppia aveva intenzione di aprire una Fondazione nel nome di Da Ponte. C'era anche il progetto della sala della musica e di tutta la redistribuzione dell'edificio. Purtroppo a fronte di una richiesta di vendita importante, non si è trovato l'accordo». L'annuncio immobiliare fino a un mese fa spacchettava in tre lotti la proprietà: valore del rustico 90 mila euro, valore della porzione di testa 132 mila valore del retro come lotto edificabile 189 mila: in totale la richiesta è di 421 mila euro.


L'ATTESA


Ora la proprietà ha deciso di proporre una cifra più in linea con il mercato, cioè circa 210mila euro. Ora si attende qualche risposta, sia da privati sia dal ministero. Inoltre-nei giorni caldi della polemica- l'assessore alla Cultura Antonella Uliana aveva inviato- attraverso un canale preferenziale- una lettera di invito a Riccardo Muti. «Desideriamo averlo ospite qui, e poter costruire insieme a lui un progetto su questo luogo se possibile» aveva spiegato Uliana. Ma a oggi non è pervenuta risposta al Comune. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino