MESTRE - Dopo aver annunciato una decina di giorni fa che intende acquistare appartamenti, almeno 200, ora l’Ater è pronta anche a venderne 1.800. Il Consiglio di...
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Presa, dunque, la decisione di mettere in vendita una fetta cospicua delle proprietà, si tratta di capire con che criteri vengono scelti gli immobili da cedere, partendo dall’obiettivo principale che è quello di non depauperare il patrimonio ma metterlo al riparo dalla perdita di valore perché i costi di restauro stanno diventando insostenibili.
Si tratta di immobili sparsi in tutto il territorio di competenza dell’Ater veneziana, ossia nei vari comuni dell’area metropolitana. Innanzitutto ci sono gli alloggi sfitti da tempo e che hanno gravi problemi di ristrutturazione, del tipo che per rimetterli a posto servono tra i 40 e i 60 mila euro allo stato attuale; se si aspetta ancora, le condizioni peggiorano e quindi aumentano i soldi necessari alla ristrutturazione. È meglio, quindi, venderli allo stesso modo degli appartamenti che si trovano nei condomini “misti”, ossia quelli che non sono totalmente di proprietà Ater: in questi casi l’Azienda incontra un sacco di problemi per la gestione ordinaria e straordinaria: da un lato l’Azienda territoriale non è libera di intervenire per le manutenzioni, dall’altro spesso finisce per tarpare le ali ai privati che vogliono investire su migliorie anche belle e confortevoli che, però, non sono considerabili come standard di case popolari; e se, ad ogni modo, Ater intervenisse in questi casi rischierebbe di essere accusata di aver procurato un danno erariale. Stanno male, insomma, entrambi per colpa di un’eredità lasciata dalle passate gestioni, quella di aver acquistato singoli appartamenti invece di interi condomini, alla quale ora si sta cercando di porre riparo vendendo, appunto, gli appartamenti nei condomini “misti” e puntando ad acquistare invece interi edifici.
Un discorso a parte merita Venezia centro storico dove l’Ater vuole contribuire fattivamente ad aumentare il numero dei residenti. Per Venezia, dunque, le vendite di alloggi dovranno avvenire mantenendone la destinazione ad uso residenziale e, in tal caso, la collaborazione con il Comune sarà fondamentale. La proporzione tra le unità da cedere e le risorse da recuperare, in isola, sarà ancora più favorevole che in terraferma, perché per ogni palazzo o comunque edificio che verrà venduto sul libero mercato, con i valori attuali, Ater potrà mettere a disposizione dei cittadini decine di alloggi restaurati e confortevoli. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino