Veleni e assunzioni, scontro in Cav: sospetti e polemiche sui dirigenti

Veleni e assunzioni, scontro in Cav: sospetti e polemiche sui dirigenti
MESTRE - Scontro al vertice di Cav su quattro assunzioni (potenzialmente) esterne. Una guerra senza precedenti, quella che per mesi avrebbe visto contrapporsi dentro la...

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MESTRE - Scontro al vertice di Cav su quattro assunzioni (potenzialmente) esterne. Una guerra senza precedenti, quella che per mesi avrebbe visto contrapporsi dentro la concessionaria la presidente Luisa Serato (designata dalla Regione) e l'amministratore delegato Michele Adiletta (nominato da Anas), finché ieri è esplosa all'esterno con una mozione della Lega Nord e di Zaia Presidente alla giunta veneta, perché sospenda la procedura di ingaggio «di costose figure professionali». Un vero conflitto istituzionale, fra sospetti e veleni, compresi quelli riguardanti il caso dell'auto blu al Redentore.

La questione è diventata di pubblico dominio con la presentazione della richiesta sottoscritta da quindici consiglieri regionali di maggioranza, primo firmatario Nicola Finco, capogruppo del Carroccio. Leghisti e zaiani domandano a Palazzo Balbi «la sospensione di qualsiasi procedura concorsuale per l'assunzione di altri due dirigenti, di un quadro e di una alta professionalità, poiché in organico sono già presenti quattro figure dirigenziali (oltre all'Ad) e in quanto i relativi costi per tutte le figure professionali messe a bando non rispondono ai princìpi di razionalizzazione e contenimento dei costi delle società a partecipazione pubblica».
Nel mirino finiscono in particolare i due profili dirigenziali, l'uno come responsabile pianificazione e controllo di gestione e l'altro come responsabile legale e corporate affairs, rispetto a cui viene lamentato l'inserimento di requisiti ritenuti non adeguati «alle esigenze e alle finalità della società Cav». Stimando un possibile esborso di 600mila euro lordi annui, Lega Nord e Zaia Presidente ricordano che ancora nel novembre scorso la Regione aveva inviato alle partecipate una direttiva con cui raccomandava l'obiettivo della riduzione delle spese e sottolineava la necessità di un'autorizzazione in caso di nuove assunzioni, che invece gli assessori regionali Gianluca Forcolin (Partecipazioni) e Elisa De Berti (Infrastrutture) non avrebbero mai dato.
Forte di questa copertura politica, a stretto giro la presidente Serato ha fatto diramare una nota con cui vengono svelati i retroscena della vicenda, relativa a quattro avvisi di selezione, emessi il 18 maggio e in scadenza il 5 giugno. I bandi sono rivolti sia al personale interno che a soggetti esterni, con priorità in caso di parità di punteggio «al candidato già in servizio», ma agli occhi della leghista (e dei padani di stanza a Ferro Fini) appaiono «palesemente destinati ad esterni».
Nel suo memoriale Serato mette in fila i fatti, «e per fatti intendo la documentazione ufficiale», avvenuti negli ultimi otto mesi. «Al Cda del 26 settembre 2016 afferma l'amministratore delegato chiese l'approvazione di una delibera che prevedeva una gara per individuare una società di cacciatori di teste destinata alla valutazione dei dipendenti interni e a quella di eventuali candidati esterni per completare l'organico. Costo dell'operazione: 160mila euro». Nel verbale di quella seduta resta la contrarietà della presidente, per ragioni di «costi», «sbilanciamento della scelta» a favore del socio Anas e «mancato rispetto» del decreto Madia, tanto che all'unanimità venne deciso il rinvio dell'argomento. Ma in vista della nuova convocazione del Consiglio di amministrazione, fissata per oggi alle 12, la tensione è riesplosa. «Di fronte al mio rifiuto di inserire questo punto all'ordine del giorno continua Serato nei giorni scorsi ho ricevuto pressanti inviti da parte dell'amministratore delegato nonché rassicuranti consigli dalla parte tecnica della Regione». La presidente resta però contraria «al tentativo di procedere, con un colpo di mano, ad assunzioni che vanno in spregio alle professionalità già presenti all'interno dell'azienda».

Per ora l'ad Adiletta non replica: «Prima voglio leggere cosa dichiara la presidente, poi dirò la mia». Ma Serato rimarca due date: a settembre la lettera anonima sul suo utilizzo dell'auto di servizio per andare ai fuochi del 16 luglio, un mese fa la notizia dell'inchiesta interna svelata dal Gazzettino. «Colpisce la tempistica», chiosa, in attesa del mezzogiorno di fuoco.
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Il Gazzettino