Polemica sull'archivio di famiglia a villa Emo... e il conte regala venti tazze del wc

Polemica sull'archivio di famiglia a villa Emo... e il conte regala venti tazze del wc
VEDELAGO - «Una goliardica risposta del conte Leonardo Marco Emo Capodilista alla richiesta di provvedere al ritiro dell'archivio della famiglia, lasciato a villa...

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VEDELAGO - «Una goliardica risposta del conte Leonardo Marco Emo Capodilista alla richiesta di provvedere al ritiro dell'archivio della famiglia, lasciato a villa Emo». Così l'avvocato Piero Pignata, presidente del Credito Trevigiano, proprietario di villa Emo, commenta la spedizione da parte del conte di una ventina di tazze del wc, arrivate in primo luogo all'indirizzo dello stesso Pignata, ma anche ad una serie di testimoni scelti: dal sindaco Cristina Andretta al governatore Luca Zaia al critico d'arte Vittorio Sgarbi. Un gesto di protesta, attraverso cui il conte ha voluto contestare la gestione del complesso monumentale palladiano, che a suo dire sarebbe minacciato dal sistema ancora predominante della cultura retrograda e ignorante.


A fare chiarezza sulla vicenda è Pignata. «Va ricordato che nel 2004, quando la Banca acquistò Villa Emo per 15 milioni, la famiglia Emo lasciò in deposito alcuni beni, tra cui il suo archivio privato». Ma il Credito, al fine di razionalizzare gli spazi ed azzerare i rischi di eventuali risarcimenti in caso di danneggiamento di beni altrui, ha chiesto alla famiglia Emo di predisporre il ritiro dell'archivio, mettendosi in contatto con la Fondazione Villa Emo, a cui compete la gestione della villa. «La prima risposta del conte, di appena cinque pagine, può riassumersi in un rifiuto ad incontrare soggetti diversi dal presidente», spiega Pignata. «Il conte ha precisato di esser desideroso di interloquire col livello dirigenziale o emissari che rappresentino quella componente». Questo il tenore della nota diffusa dal Credito, per permettere a tutti di valutare lo stato dell'autore dell'originale gesto. Il conte ha scritto poi che se fosse maturata la volontà di concordare incontri con emissari della Banca, avrebbe avuto difficoltà di muoversi per una agenda nutrita. La risposta della Banca, a quel punto, non poteva che essere la reiterata richiesta di ritiro - entro fine giugno - dell'archivio, precisa Pignata. Che sottolinea: «Quanto alle accuse sulla gestione è evidente invece che dopo il salvataggio della Villa, sottraendola al degrado, a beneficio dell'intera collettività, vi sono stati continui interventi di valorizzazione, dalle manutenzioni all'organizzazione di manifestazioni ed eventi culturali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino