Variante indiana, i primi due casi padre e figlia appena rientrati, contagi sospetti anche nel Veneziano

VENEZIA/BASSANO - C'è allarme in Veneto per la scoperta a Bassano dei primi due casi di pazienti positivi alla variante indiana del Coronavirus. Si tratta di un...

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VENEZIA/BASSANO - C'è allarme in Veneto per la scoperta a Bassano dei primi due casi di pazienti positivi alla variante indiana del Coronavirus. Si tratta di un uomo e di sua figlia: appena rientrati in Italia dal Paese asiatico, a metà aprile, avevano segnalato spontaneamente all'Azienda socio-sanitaria 7 della Pedemontana il loro viaggio e si erano posti in isolamento domiciliare preventivo, come previsto dalle direttive sanitarie italiane.


Il tampone, sequenziato dall'Istituto Zooprofilattico del Veneto, non ha lasciato dubbi sulla presenza della nuova variante. Ora i due pazienti sono in quarantena a casa, insieme al resto del nucleo familiare, e presentano solo sintomi lievi. Al momento la situazione è sotto controllo. Potrebbero però non essere gli unici portatori di questa mutazione in Veneto. È in corso infatti la valutazione su altre due persone, residenti nel veneziano: per loro, spiegano fonti sanitarie, i primi accertamenti hanno mostrato la presenza di almeno una variante nel virus, che potrebbe essere quella indiana.
Ma bisognerà sequenziarne tutto il genoma per arrivare ad una risposta certa. In questo caso la pista epidemiologica porterebbe a un contatto con il Bangladesh. A fare la differenza nella velocità di individuazione delle mutazioni è stato ancora l'istituto 'sentinella' della sanità veneta: lo Zooprofilattico delle Venezie (ISZVe), con sede a Legnaro (Padova), il laboratorio dove ha lavorato per 18 anni anche la scienziata Ilaria Capua.
Ora a dirigere la squadra che 'gioca d'anticipo' sui virus c'è la dottoressa Antonia Ricci, cui si deve la pronta individuazione lo scorso Natale dei primi casi di variante inglese nella regione.
«Dall'inizio di quest'anno - spiega   la direttrice Antonia Ricci - abbiamo svolto un'attività di sequenziamento di circa 2.000 virus per le varianti, cui vanno aggiunte 600 sequenziamenti completi del genoma». Lo Zoooprofilattico - centro di referenza europeo per l'aviaria - ha messo a punto un modello rapido che identifica le mutazioni tipiche delle 'variantì, senza rendere necessario il sequenziamento del genoma, che viene fatto successivamente. Questa attività dell'istituto rientra in un progetto commissionato dalla Regione Veneto, per seguire i virus in corso di epidemia. Il comportamento dei due cittadini indiani di Bassano è stato lodato dai sanitari.

«Va riconosciuto ai due di avere seguito in modo molto scrupoloso le regole - sottolinea il direttore generale dell'Ulss 7, Carlo Bramezza - e questo sicuramente ha consentito di ridurre la possibilità di un'ulteriore diffusione del virus in questa variante, ancora piuttosto rara in Italia». Questa è la dimostrazione «che il sistema sanitario funziona, ma anche che per farlo funzionare - osserva Bramezza - serve che ci sia senso di responsabilità da parte di tutti». A dare notizia della comparsa della nuova mutazione del virus è stato stamane il Presidente del Veneto, Luca Zaia, nel consueto incontro con i giornalisti. «Le varianti ormai sono migliaia, e prima o poi arrivano tutte - rileva -. Affrontiamo giorno dopo giorno questi aspetti, e andiamo avanti». Altri due pazienti sono in valutazione per questa specifica forma di Covid, ma non risiedono a Bassano. «Stiamo gestendo la questione senza allarmismi - conclude Zaia - la variante c'è, ci è stata comunicata, vogliamo farlo senza ansia» 

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Il Gazzettino