Far West sul vaporetto per Pellestrina, ciclisti turisti lasciati a terra due volte: segnalato il comandante sceriffo

Ciclisti in coda per salire sul vaporetto
CHIOGGIA - Non c'è pace per il servizio di vaporetto tra Chioggia e Pellestrina. Dopo l'episodio della studentessa 17enne che accusa un comandante del battello di...

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CHIOGGIA - Non c'è pace per il servizio di vaporetto tra Chioggia e Pellestrina. Dopo l'episodio della studentessa 17enne che accusa un comandante del battello di averla strattonata per farla scendere con la sua bici dall'imbarcazione, è un avvocato di Bologna a lamentare inefficienza del servizio e maleducazione di un comandante (non sappiamo se sia lo stesso dell'altro caso) nei suoi confronti. «Domenica 18 settembre - racconta l'avvocato Giulio Giordani, nella Pec inviata all'azienda di trasporto - mi presento, alle 19 circa, con la mia bici, all'imbarcadero di Pellestrina per ritornare a Chioggia». Insieme ad altre due persone (testimoni dei fatti) Giordani aveva fatto il percorso Chioggia Pellestrina Lido («31 euro per 40 minuti di navigazione, andata e ritorno») e si accingeva, appunto, al rientro. «C'erano una trentina di passeggeri con le biciclette, ma non altri passeggeri, per cui il vaporetto era mezzo vuoto. Bene, il comandante, nonostante questa situazione che avrebbe consentito di caricare non dico 30 biciclette, ma certamente più di dieci o quindici, parte e lascia noi (che eravamo i primi a non essere stati caricati) sull'imbarcadero».

SECONDO TENTATIVO
La corsa successiva era alle 20.30 e quindi, tutti d'accordo, i biciclettari', mettono le bici in prima fila sull'imbarcadero (pensando che sarebbero state caricate per prime) e vanno a prendersi un caffè. «Torniamo verso le 20.25, pochi minuti prima della partenza del vaporetto da Pellestrina continua l'avvocato - e vediamo che il comandante (sempre quello) aveva caricato molte altre biciclette che, nel frattempo, erano arrivate, e non le nostre; allora vado dal Comandante, che già aveva visto, nella corsa precedente, che eravamo rimasti fuori, e gli faccio presente la situazione, sempre in maniera educata ma decisa; costui mi risponde, in maniera totalmente maleducata e arrogante, che noi dovevamo essere presenti e che siccome lui aveva già caricato (sempre a suo insindacabile giudizio, il chè è del tutto opinabile, visto che di spazio ce ne era, non ci avrebbe caricato nemmeno per quella corsa!».

«ARROGANTE»


Un'altra ora di attesa, durante la quale «siamo dovuti rimanere, in piedi, accanto alle nostre biciclette, fino a quando, finalmente, il cortese e disponibile comandante di cui sopra, ci ha fatto salire; in quell'occasione l'ho ironicamente ringraziato, sempre in maniera educata e corretta di averci lasciato per due corse sull'imbarcadero. Lui, in tutta risposta e in maniera arrogante, mi ha solo risposto scandendomi il suo numero di matricola». Quasi un invito a sporgere reclamo che l'avvocato Giordani ha prontamente accolto, scrivendo all'azienda. «Grazie al comandante, sono arrivato a casa a mezzanotte quando avrei potuto, se vi fosse stata un po' di elasticità e disponibilità da parte sua, arrivare due ore prima». Ma al di là dell'aspetto umano della vicenda («sono molto amareggiato, dispiaciuto ed offeso per quanto è successo»), Giordani chiede «per evitare situazioni di questo genere, non sarebbe più semplice o mettere a disposizione un vaporetto più grande che possa caricare più biciclette, oppure fare un'ulteriore corsa straordinaria?». Actv, per il momento si riserva di accertare e approfondire l'accaduto, ma sul punto delle possibili corse bis, la prima reazione è quasi prevedibile: costerebbe troppo. Servirebbe del personale prontamente reperibile in loco (a Chioggia o a Pellestrina) quando l'afflusso degli utenti supera le capacità del battello e questo comporterebbe dei costi elevati, insostenibili per l'azienda.

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Il Gazzettino