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FELTRE - La contrarietà al previsto bacino sul Vanoi continua a fare "proseliti". Dopo il no a chiare lettere del Comune di Lamon, dei vicini municipi trentini interessati all'invaso, di Feltre e di numerose associazioni ambientaliste, ora arrivano le "perplessità della Provincia di Belluno. Una realtà quella di Palazzo Piloni, sempre attenta alla tutela dell'ambiente e che ora alza la voce contestando il disinteresse di Regione e del Consorzio irriguo, con sede a Cittadella (Padova) delle esigenze locali.
L'AMBIENTE
L'attenzione dell'ente presieduto da Roberto Padrin alle esigenze irrigue, è un argomento che Palazzo Piloni tiene in primo piano già da tempo chiedendo sempre che chi vive e opera sul territorio non venga ignorato
DALLA GIUNTA
«Le soluzioni alla crisi idrica e alla transizione energetica non possono essere tagliate con l'accetta. Necessitano di misure che devono contemperare i macro obiettivi di sistema e le esigenze delle comunità locali». È quanto afferma il consigliere provinciale delegato all'ambiente, Simone Deola, in merito all'ipotesi di realizzazione di un bacino artificiale sul Vanoi, avanzata dal Consorzio di bonifica Brenta».
IL CONSIGLIO
La Provincia di Belluno fin dalla riproposizione del progetto, nei mesi scorsi, ha analizzato il tema.
LA DELIBERA
«Sia presentato un complessivo piano di interventi atto a ridurre gli sprechi idrici dovuti alla vetustà dei sistemi di trasporto della risorsa e di irrigazione e utilizzo nelle aree agricole di pianura e, comunque, a disporre un corretto uso della risorsa in tutti gli ambiti al fine di limitarne i fabbisogni» così il testo della delibera, che ritiene «inderogabile, ormai, affiancare ai bacini montani la costruzione di bacini di accumulo in alta pianura, da poter utilizzare a scopo irriguo ma anche per il ravvenamento delle falde ovvero per intervenire a contrastare la risalita del cuneo salino aumentando le portate di deflusso nei tratti di foce».
L'ATTUALE POSIZIONE
«La posizione della Provincia non è affatto cambiata» sottolinea il consigliere Deola. «La soluzione alla siccità non è il grande invaso, posto che il territorio bellunese ha dato e sta continuando a dare fin troppo in termini di bacini artificiali. Piuttosto bisogna considerare l'ipotesi di una serie di piccoli invasi, in zone che presentano minori profili di rischio. La questione è prettamente politica e programmatoria in quanto non dovremmo nemmeno pensare di spendere risorse pubbliche, anche solo per lo studio e la progettazione, di opere come quella del Vanoi».
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Il Gazzettino