Vandali in vetta al Lagazuoi, imbrattata la montagna

I writers sono arrivati fino a 2750 metri di quota
CORTINA C’è una scritta arancione, un graffito vergato con lo spray, sulla roccia del Lagazuoi, proprio sulla vetta, a 2.750 metri di quota: «GioEle». Lo...

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CORTINA C’è una scritta arancione, un graffito vergato con lo spray, sulla roccia del Lagazuoi, proprio sulla vetta, a 2.750 metri di quota: «GioEle». Lo sfregio è sull’orlo della montagna, sul versante a sud, che guarda il Sas de Stria e la terra Fodom, la valle che scende verso il castello di Andraz, sotto il passo Falzarego. Qualcuno ha pensato di affidare un nome alla pietra e lo ha fatto con quella vistosa scritta fluorescente.


«E’ una assoluta stupidaggine, un gesto fastidioso, da censurare. E’ la prima volta che accade, spero anche che sia l’ultima», commenta Guido Pompanin, del rifugio Lagazuoi, una vita vissuta su quella montagna, sulle orme del padre Ugo, figura storica dell’alpinismo ampezzano. «E’ un gesto brutto – continua Pompanin - io non l’avevo visto e nessuno mi aveva ancora avvisato. In mattinata erano stati da quelle parti anche gli Alpini dei gruppi Ana, che periodicamente sono impegnati in lavori di sistemazione dei sentieri, ma evidentemente non sono arrivati sino lì, non se ne sono accorti. Non era mai accaduto prima di trovare un graffito. Sinora l’unica singolarità era lasciare le monetine nella croce di vetta». 


Tutto il monte Lagazuoi è un grande museo all’aperto della Grande guerra. E’ stato allestito un sentiero che consente a tutti di arrivare sino alla cima, anche alle persone con disabilità motoria, in carrozzina. Questa scritta appare dunque, ancor di più, uno sfregio, in un luogo che dovrebbe celebrare la montagna. Dopo essere stato coinvolto, Pompanin ha eseguito un rapido sopralluogo sul posto: «Ho visto che l’hanno fatto oltre la croce di vetta, sulla cresta dove si prende il sentiero dei Kaiserjaeger. Per fortuna è un colore ad acqua, quindi solubile, si può cancellare, la pioggia stessa farà effetto. Ma temo l’emulazione: è un precedente che non va bene».


«Lì non è Parco, ma non è questo il problema. È un brutto gesto, pensato prima di farlo, perché qualcuno è partito da casa ed è arrivato sin lassù con lo spray», commenta Flavio Lancedelli, presidente delle Regole e del Parco naturale regionale delle Dolomiti d’Ampezzo. «È un fatto deprecabile -prosegue -, che non ha nulla a che fare con la nostra concezione della montagna. Non mi risulta fosse mai successo, né su quella cima, né su altre. Lì forse è più facile che accada, perché si sale anche con la funivia, non soltanto a piedi. Speriamo che rimanga un caso isolato». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino