Raid vandalico al centro tamponi di Dosson: indagato un 33enne, Benazzi: «Auspico una pena esemplare»

Raid vandalico al centro tamponi di Dosson: preso un 33enne, Benazzi: «Auspico una pena esemplare»
TREVISO - Un uomo di 33 anni di Treviso è stato indagato dai carabinieri per il raid vandalico effettuato al punto tamponi di Dosson, in via Mattioli nella zona...

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TREVISO - Un uomo di 33 anni di Treviso è stato indagato dai carabinieri per il raid vandalico effettuato al punto tamponi di Dosson, in via Mattioli nella zona industriale, nella notte tra l'8 e il 9 gennaio scorsi. Vetri distrutti, cartelli divelti e transenne nel fosso, la scoperta la mattina seguente e tanta rabbia per un gesto sciocco. Il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi si era infuriato, e oggi dispensa complimenti alle persone che hanno reso possibile risalire al presunto responsabile. «Auspico una pena esemplare, che possa essere un deterrente per chiunque abbia queste idee». A incastrare il 33enne sono state le telecamere di videosorveglianza installate nella zona. Non sono ancora ben chiare le motivazioni che lo hanno spinto ad agire: gli inquirenti stanno indagando su eventuali collegamenti con la galassia No vax. Per ora non è emerso il coinvolgimento di altri complici.


L'INDAGINE

L'indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Treviso e della stazione di Dosson era partita subito dopo il raid vandalico. E nel giro di un mese e mezzo i militari hanno individuato il presunto responsabile, denunciato per danneggiamenti e anche per resistenza a pubblico ufficiale. Nei giorni scorsi è scattata la perquisizione: a casa sua è stato trovato l'estintore trafugato la notte dell'incursione. I carabinieri hanno sequestrato anche altro materiale che incastrerebbe il giovane. Quando gli uomini in divisa gli hanno bussato alla porta, lui non l'ha presa bene. Al contrario: ha cercato di impedirne l'ingresso a suon di minacce e insulti, tanto che un parente ha dovuto fare da mediatore.


L'EPISODIO

La mattina di domenica 9 dicembre gli agenti della sorveglianza del Covid Point si erano accorti che qualcosa non andava appena arrivati nel centro. La catena d'acciaio che delimita l'accesso al sito era stata scardinata e buttata a terra. L'insegna del Covid point non c'era più. E le transenne per incanalare le auto non erano più al loro posto: qualcuno le aveva gettate in un fosso. Il responsabile si era accanito soprattutto contro il container adibito ad accettazione e posizionato all'esterno del centro. Il vetro di una finestrella era rotto e la serratura scardinata: qualcuno aveva tentato di forzarla, senza però riuscirci. Mentre dalla vicina tensostruttura (sprovvista di porta) era stato asportato un estintore. Così è scattata la segnalazione all'azienda sanitaria e ai carabinieri.

L'AZIENDA SANITARIA

Il direttore generale dell'Usl Benazzi non nasconde la propria soddisfazione: «Sono contento, finalmente qualcuno di questi è stato preso. Così sappiamo che chi non ha senso civico prima o poi paga quello che ha fatto. Devo ringraziare il sindaco e i carabinieri, che si sono adoperati da subito per recuperare le immagini delle telecamere della zona industriale.


Ora uno dei presunti responsabili è stato preso e io mi auguro che ci sia una punizione esemplare. Non tanto per i danni che uno fa, quanto per il gesto contro un servizio pubblico. Spero che possa diventare un deterrente anche per gli altri malintenzionati. Sono atti di vandalismo assurdi, come le scritte che compaiono in giro. Se uno vuole si vaccina, se no non si vaccina. Non serve che deturpi il patrimonio pubblico e che danneggi le strutture». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino