«Bugiarda, manipolatrice e violenta»: così Valentina Boscaro è stata condannata a 24 anni. Le motivazioni

PADOVA - Bugiarda, manipolatrice e violenta. Così è descritta Valentina Boscaro nelle settanta pagine di motivazioni della sentenza, redatte dal giudice Mariella...

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PADOVA - Bugiarda, manipolatrice e violenta. Così è descritta Valentina Boscaro nelle settanta pagine di motivazioni della sentenza, redatte dal giudice Mariella Fino. La giovane e bella mamma il 18 ottobre dell’anno scorso, in Corte d’assise a Padova, è stata condannata a 24 anni di reclusione per avere ucciso con una pugnalata al cuore la sera del 25 settembre del 2022 il suo compagno Mattia Caruso. La sua difesa ha tentato durante il dibattimento di fare passare la tesi del delitto preterintenzionale. 


La 32enne commerciante di abbigliamento, una volta scoperta, agli inquirenti ha sempre dichiarato «Non volevo ucciderlo». Ma per i giudici Valentina ha mentito portando fuori strada gli investigatori e inducendoli a seguire una falsa pista. Infangando, per difendersi, la figura di Caruso descrivendolo come uno spacciatore, un ragazzo difficile spesso in mezzo a risse e regolamenti di conti. Emblematico un passaggio della Corte, su come la mamma si è comportata nelle prime fasi dell’inchiesta e al processo. 
“...Ha convinto un colonnello dei carabinieri, in un momento concitato e cruciale delle indagini, a fare colazione con lei in centro, tenendo il punto e addirittura inserendo la vittima nel commercio internazionale di armi. Ha tenuto testa a cinque difensori e al pubblico ministero nel corso del suo esame, addirittura costringendo il suo difensore a seguirla deviando dalla linea difensiva, non rispondendo a tono alle sue domande, ma portando il discorso dove voleva lei...”.
Ma gli otto giudici (due togati e sei popolari), nel condannare Boscaro, hanno tenuto presente anche del suo recente passato. Su tutti quel legame malato, come lo è stato con Mattia, con il padre della sua bambina. Lo ha infangato come la vittima. “...Fu lei ad additarlo come assuntore di stupefacenti, inducendo giudici, servizi sociali e azienda sanitaria a complessi e costosi accertamenti, costringendolo all’umiliante sequela di controlli presso il Serd...”.

MAI APPARSA TURBATA

Il 29 settembre del 2022 Valentina, nella caserma dei carabinieri “Codotto e Maronese” a Padova, ha confessato agli inquirenti il delitto. «È stato un raptus», ha ripetuto anche ai genitori lì con lei in quel momento drammatico. Ma mentre il padre non si dava pace per quanto commesso dall’amata figlia, Valentina non è apparsa per nulla turbata. 
Il suo unico pensiero era trovare un bravo avvocato. Surreale il colloquio con la mamma, registrato da intercettazioni ambientali, dove la figlia è preoccupata per l’abbigliamento della madre. Valentina: «Ma che calze sono quelle?»; mamma: «Cosa?»; Valentina: «Ma che calze sono?»; mamma: «Ho rotto le calze e mi sono comprata un paio di calze di emergenza. Le devo cambiare?»; Valentina: «No» (ride); mamma: «Di fronte a tutto ciò mi sembra che sia una cosa irrilevante»; Valentina: «Eri pronta per Halloween?».
E poi le bugie, per la corte una montagna di menzogne. “...Amplia e arricchisce di dettagli la falsa narrazione dell’evento, arrivando a calunniare un individuo preciso, descritto e individuato in termini di assoluta certezza; ma dimostra cinismo e freddezza, nel non contraddirsi e, soprattutto, nell’avvalorare la tesi del regolamento di conti nell’ambito dello spaccio...È scaltra e capace di mentire in modo articolato e verosimile...”. 

NELLA TELA DEL RAGNO

Mattia era caduto nella tela del ragno. Era un burattino nelle abili mani di Valentina. Il 7 settembre, diciotto giorni prima di essere ucciso, la giovane mamma gli ha spedito un messaggino al cellulare: “Ti amo. Se smetti di bere ci sposiamo”. E lui, innamorato, si è trasferito a casa di lei. Un momento durato poco, già il 18 settembre il clima era cambiato. Valentina gli ha mandato un secondo messaggio “Senza rancore Mattia, la storia è questa: sei la mia palestra sessuale, dove sfogo tutte le mie fantasie ma per il resto sei da buttare”. E sette giorni più tardi ha mantenuto la parola, pugnalandolo al cuore.

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Il Gazzettino