Val Visdende, un privato ripianta il bosco distrutto da Vaia quasi 3 anni fa

I danni da maltempo del 2018 nel bellunese
BELLUNO - Un’area della Val Visdende sarà presto ripiantumata grazie alla sensibilità di un gruppo privato originario proprio di Costa a San Nicolò di...

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BELLUNO - Un’area della Val Visdende sarà presto ripiantumata grazie alla sensibilità di un gruppo privato originario proprio di Costa a San Nicolò di Comelico. La valle sarà dunque interessata dal progetto di riforestazione di sette ettari di superficie schiantata dalla Tempesta Vaia di proprietà del consorzio delle Quattro Regole di San Pietro: Costalta, Presenaio, Valle e San Pietro.


I FINANZIATORI
Sarà il gruppo Epta Costan a finanziarlo con 100 mila euro, pagando le maestranze e acquistando le protezioni per le giovani piante (che andranno difese dagli ungulati, che ne vanno ghiotti) mentre le 18 mila piante saranno messe a disposizione dalla Regione Veneto. Il progetto prevede una durata di tre anni: 2021-2022-2023 attraverso l’impiego di personale assunto in amministrazione diretta da parte della proprietà. Il rimboschimento, infatti, sarà effettuato da operatori assunti direttamente dal Consorzio delle Quattro Regole di San Pietro e seguito dai Servizi Forestali regionali. I lavori, in base alle condizioni climatiche, inizieranno questa estate a Costa d’Antola (Pian del Polo e Costa Sambughi Fasole), estesa per 7 ettari e prevedono la messa a dimora di circa 18.000 nuove piante, circa 2500 per ettaro.


MODALITÀ
«Si tratterà per il 40% di piante di abete rosso, un altro 40% di larice, il 10% di faggio e le rimanenti di pino silvestre e latifoglia – ha spiegato il direttore dell’unità operativa Servizio Forestale Regionale di Belluno Gianmaria Sommavilla - Obbiettivo dell’intervento è il recupero funzionale delle superfici forestali distrutte dalla tempesta Vaia a fine ottobre 2018, con lo scopo di ripristinare le funzioni più importanti svolte dal bosco in ambiente alpino. Tra queste: la protezione del suolo dall’erosione, la tutela dei versanti dalla caduta di massi, valanghe oltre alla cattura e immagazzinamento del carbonio presente in atmosfera sotto forma di anidride carbonica».


LO SCHEMA
Le nuove piante saranno messe a dimora a isole, per permettere anche la ricrescita naturale del bosco. Prevenendo «probabili danni da ungulato – ha proseguito Sommavilla – sono state predisposte delle recinzioni elettrificate non fisse, che saranno posizionate nelle fasi delicate della piantumazione». Come è noto, infatti, a cervi, caprioli e agli altri ungulati brucando creano danni non indifferenti ai giovani alberi arrivando a scortecciarli.


LA DISTRUZIONE
La tempesta Vaia in tutta la Val Visdende ha distrutto circa 650 ettari di bosco, corrispondenti ad una massa di circa 300.000 metri cubi. Di questi, oltre l’80% è stato venduto, allestito ed esboscato. Come è noto la Val Visdende (“Tempio di Dio, inno al Creatore” si legge arrivandoci) si mostra come un’ampia vallata scarsamente popolata, circondata da boschi con malghe e alpeggi sovrastati da alte montagne. Le attività agro – silvopastorali degli abitanti (un tempo qui era diffusa la coltivazione delle patate per esempio) si sono spostate negli anni più recenti all’accoglienza. La sorprendente varietà di paesaggi si presta a diverse attività all’aria aperta, estive e invernali. Ecco che il bosco rappresenta una condizione imprescindibile della valle.


LA RINASCITA


Lo sa bene Orazio Cesco Cimavilla, presidente del Consorzio delle Quattro Regole di San Pietro, che ieri ha esordito così: «Pur non essendo gente dalla lacrimuccia facile, un nodo alla gola l’abbiamo avuto dopo Vaia. Io rappresento il Consorzio delle Regole di Costalta, Presenaio, Valle e San Pietro. Desidero ringraziare l’azienda Epta, già Costan e la regione Veneto. Dopo il disastro c’è sempre una rinascita – ha ribadito con fiducia Orazio Cesco Cimavilla – e noi, con le nostre maestranze, faremo del nostro meglio. Questo è un progetto che valorizza l’ambiente che il nostro miglior biglietto da visita».

 

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Il Gazzettino