La storia della fonte miracolosa di Zoldo, ora a rischio: «Non bloccate quella sorgente»

L'appello di Florio Lazzaris per salvare la fonte "miracolosa"
VAL DI ZOLDO - «Non bloccate le fonti di acque terapeutiche in Valle». Questo l’accorato appello di Florio Lazzaris, apprezzato gestore per molti anni della...

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VAL DI ZOLDO - «Non bloccate le fonti di acque terapeutiche in Valle». Questo l’accorato appello di Florio Lazzaris, apprezzato gestore per molti anni della Pensione Zoldana. Con lui, anche molti altri cittadini zoldani, che lanciano il grido d’allarme per un tesoro che potrebbe essere a rischio. In una delle sue escursioni, Florio si è accorto che alcune sorgenti di acqua di For de là (la zona che costeggia la montagna salendo dal canale sulla sinistra verso Forno, in comune di Val di Zoldo), rischiano di andare perse a causa di alcuni lavori di terrazzamento. Si tratta proprio delle sorgenti che suo padre raccontava dovessero diventare le fonti per lo stabilimento idroterapico progettato oltre un secolo fa, ma poi mai realizzato per i conflitti mondiali. “La vena d’argento” doveva essere una sorta di spa in Val di Zoldo, con acqua dalle proprietà curative. La preoccupazione di Florio e dei residenti è che queste falde, che portano a valle acque dalle presunte proprietà benefiche, siano compromesse da lavori frettolosi, senza tenere in alcun conto del vero tesoro che queste sorgenti rappresenterebbero. Lazzaris lo dimostra facendo richiamo alla storia della Valle, affinché si possa intervenire con gli enti competenti per tutelare queste sorgenti, sulle quali oltre un secolo fa si puntava per lo sviluppo della valle.



LA STORIA
Occorre ritornare al 23 gennaio 1909 per comprendere il valore delle sorgenti di For de là. Quel giorno nasceva la società “Pro Valle Zoldana” per promuovere il miglioramento economico e lo sviluppo industriale, commerciale, turistico della Valle. La presidenza onoraria della Società contava la presenza di nomi di spicco, per l’epoca, a livello nazionale: il presidente del Club Alpino Italiano commendatore Luigi Brioschi, quello dell’Automobil Club di Milano l’onorevole Silvio Crespi e il direttore generale del Touring Club ciclistico italiano il commendatore Francesco Jonhson. Tra gli scopi della Pro anche «promuovere la costituzione di Società per il miglioramento economico-industriale della Valle, per la costruzione di alberghi, di stabilimenti e di ville» appoggiando iniziative pubbliche e private. 

IL PROGETTO DELLA SPA
Sull’onda di tale iniziativa, prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, l’élite zoldana progettò la costruzione di uno stabilimento idroterapico “la Vena d’Argento” a Forno di Zoldo arrivando a predisporre una brochure illustrativa e definire il logo in stile liberty della società. Negli organi sociali ancora nomi di spicco a livello nazionale a partire dal suo presidente l’onorevole Luigi Luzzatti, poi Luigi Brioschi, Silvio Crespi, Federico Johnson. La presidenza effettiva era composta da il noto onorevole zoldano Attilio Loero, presidente, vice presidenti Ettore Marconi e architetto Augusto Giudini, segretario generale Michelangelo Remor. Cinquanta i membri del Consiglio Generale in cui erano presenti i componenti delle famiglie più importanti della valle dai Favretti, Botecchia, Pra Baldi per citarne alcuni. Nel consiglio generale figura il presidente del CAI di Venezia cavaliere Giovanni Adruini, il consigliere provinciale Zoldo – Longarone Augusto Brustolon, l’allora sindaco di Forno di Zoldo Antonio Cercenà, il direttore della Gazzetta dello Sport cavaliere Costamagna, il sindaco di Zoldo Alto Valentino Fattor, il presidente deputazione provinciale di Belluno cavaliere Ottorino Nobis, Luigi e Vittorio Pra Baldi, l’allora farmacista Giovanni Lobianco e il Presidente Deputazione Provinciale di Belluno per citarne alcuni. 

L’APPELLO

Una copia dello statuto della Pro Valle Zoldana è nelle mani di Florio Lazzaris. «Come possiamo disperdere una risorsa che i nostri avi più di cent’anni fa pensavano di valorizzare per lo sviluppo economico della Valle?», si chiede. La speranza è che vengano effettuate tutte le analisi del caso sulle sorgenti, per comprenderne il valore e per adeguare quindi i lavori di terrazzamento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino