Vajont, il Fai sceglie tre monumenti per i 60 anni della tragedia

Aperti il municipio, la chiesa, i murazzi, guide i ragazzi dei licei Tiziano e Renier

Vajont, il Fai sceglie tre monumenti per i 60 anni della tragedia
LONGARONE - Nel sessantesimo anniversario dell'anniversario del Vajont, per le giornate Fai di Primavera la delegazione di Belluno del Fai (Fondo ambiente italiano)...

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LONGARONE - Nel sessantesimo anniversario dell'anniversario del Vajont, per le giornate Fai di Primavera la delegazione di Belluno del Fai (Fondo ambiente italiano) guidata da Adriano Barcelloni Corte ha scelto proprio Longarone per la tradizionale apertura di luoghi dalla profonda valenza simbolica. E così, grazie alla disponibilità e alla collaborazione dell'Amministrazione comunale e della parrocchia di Longarone, in sintonia con la delegazione della confinante Pordenone che valorizzerà la "nuova Vajont".


IL TRAGITTO
Il gruppo di volontari giovani e adulti del Fai di Belluno porterà i visitatori in tre significativi luoghi di Longarone: il settecentesco Palazzo del Municipio, la chiesa monumentale di Michelucci e i Murazzi; tre luoghi legati sia alla storia precedente al disastro, sia alla memoria di quel 9 ottobre 1963 e alla conseguente ricostruzione. Un modo, quello scelto dal Fai, per concorrere a commemorare una ferita che ha segnato non solo la comunità longaronese, ma anche l'intera provincia.


LE GUIDE


A fare da guida ci saranno anche gli studenti: a palazzo Mazzolà toccherà agli studenti dei Licei Renier, alla chiesa a quelli del Liceo Tiziano. Palazzo Mazzolà è l'unico edificio di pregio storico-artistico che si è salvato, una delle poche testimonianze di com'era Longarone. La famiglia Mazzolà giunse a Longarone intorno alla prima metà del XVIII secolo per curare i boschi lì presi in affitto . E per non sfigurare con le altre ricche famiglie che avevano costruito i loro palazzi a Longarone, anche Domenico Mazzolà decise di costruirsi una ricca residenza, dalle forme tipiche del palazzo veneziano. A partire da inizio 800 il Comune di Longarone inizia ad acquisire porzioni del palazzo per adibirlo a prestigiosa sede municipale. Esternamente l'edificio si presenta come un unico blocco il cui stile e particolari costruttivi richiamano i palazzi padronali costruiti in epoca di dominio veneziano di cui riprende anche il salone passante. Esso è ricco anche di elementi in pietra di Castellavazzo: il poggiolo che caratterizza la facciata principale, gli archi, scale e altri dettagli nelle stanze. Gli ambienti interni sono impreziositi da stucchi e marmorini, alcuni affreschi e da pavimenti in battuto alla veneziana. Gli orari di visita, per gruppi di massimo 15 persone, sono i seguenti: sia sabato sia domenica dalle 9 alle 12,20 e dalle 14 alle 18,30 (ultima visita 17,40). La chiesa di Santa Maria Immacolata progettata da Michelucci sorge al centro del paese ricostruito, nel luogo esatto dove prima sorgeva la chiesa settecentesca. Le sua costruzione è stata travagliata: nel 1966 l'architetto ricevette l'incarico, ma la sua designazione non fu apprezzata da parte dei superstiti e dal parroco, che avrebbero preferito una chiesa dalle forme più tradizionali; la nuova Chiesa viene consacrata nell'ottobre 1983. Orari: sabato 9-12,20; 14-17,30; domenica 9-12,20, 14-18,30. La visita ai Murazzi si svolgerà totalmente all'aperto, sconsigliata a persone con difficoltà ad affrontare un discreto dislivello. I Murazzi si presentano come dei colossali gradoni in pietra posti a ridosso del centro del paese. Ottennero il vincolo monumentale già prima della catastrofe del Vajont e tutt'oggi costituiscono una delle poche testimonianze materiali superstiti dell'operosità della cittadina di Longarone nei secoli passati. Sono riconducibili al XVI secolo quando si decise di creare rimedio alle frane che minacciavano il paese e, soprattutto, per creare dei terreni coltivabili per la popolazione longaronese, in quel periodo in grande carestia. I turni di visita, sia il sabato sia la domenica, partiranno ogni 60 minuti, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17, per gruppi di massimo 30 persone.
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Il Gazzettino