Gli atti del processo Vajont entrano nel registro della memoria Unesco. Migliaia di immagini e video

Gli atti del processo del Vajont entrano nel patrimonio Unesco e sono uno dei quattro archivi italiani a ricevere il riconoscimento di "Memory of the World" (Memoria del...

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Gli atti del processo del Vajont entrano nel patrimonio Unesco e sono uno dei quattro archivi italiani a ricevere il riconoscimento di "Memory of the World" (Memoria del mondo), insieme all'Istituto Luce, all'archivio storico diocesano di Lucca e a quello del Banco di Napoli. L'annuncio è stato dato ieri, in municipio a Longarone: «Un risultato straordinario - ha commentato Roberto Padrin, sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno - che resterà nella storia di questa tragedia e delle nostre comunità. Un risultato per il quale dobbiamo ringraziare Irma Visalli, presidente del comitato scientifico della Fondazione Vajont, l'archivio di Stato di Belluno e dell'Aquila e l'associazione Tina Merlin, che non hanno desistito dopo il primo rifiuto del 2016». Un patrimonio imponente, formato da 250 faldoni, che racconta, in forma multidisciplinare (non ci sono soltanto testi delle udienze del processo dell'Aquila, ma anche rocce della zona della frana e decine di migliaia di foto e video) quella che l'Onu, nel 2008, ha definito "il primo di 10 eventi disastrosi causati dalla scarsa comprensione delle scienze della terra e dal fallimento di ingegneri e geologi". Era il 9 ottobre 1963 quando una frana cadde nel lago artificiale creato dalla diga del Vajont e spazzò via Longarone e parte di Castellavazzo, Erto e Casso, provocando 1910 morti.


LO SPOSTAMENTO


L'archivio era conservato all'Aquila, perché lì si era svolto il processo, ma nel 2010, l'anno dopo il terremoto, era stato spostato all'Archivio di Stato di Belluno (quello dell'Aquila è tuttora in un capannone), dove è stato digitalizzato, nel senso che dal 2010 al 2013 sono state create immagini di tutti i documenti, a disposizione di studiosi e altre persone che lo volessero consultare. E ora, a distanza di dieci anni, la direzione generale degli archivi del ministero ha deciso di mettere online tutto il materiale, anche se probabilmente questo non avverrà entro il sessantesimo anniversario della tragedia.

 

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Il Gazzettino