Pochi giovani vaccinati: scatta l'allerta per il ritorno a scuola in presenza

Una studentessa mentre si sottopone al vaccino anti-Covid in farmacia
TREVISO - I ragazzi non si vaccinano contro il Covid: scatta l’allerta in vista del nuovo anno scolastico. Ieri è stato sciolto il nodo della data: elementari, medie...

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TREVISO - I ragazzi non si vaccinano contro il Covid: scatta l’allerta in vista del nuovo anno scolastico. Ieri è stato sciolto il nodo della data: elementari, medie e superiori ripartiranno il 13 settembre. Ma le coperture tra i ragazzi tra i 12 e i 19 anni sono ancora basse. E adesso parte la corsa contro il tempo per vaccinare quanti più studenti possibile durante l’estate. Le proiezioni dicono che al 10 agosto saranno vaccinati 27mila ragazzi su quasi 72mila under 19 trevigiani. Poco più del 38%. «Abbiamo dei posti che restano vuoti: purtroppo i più giovani non stanno rispondendo in massa – rivela Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – l’ideale sarebbe raggiungere una copertura almeno del 65% per poter avere una prima immunità di gregge a settembre all’interno delle scuole». 


LE FASCE D’ETA’

Ma non ci sono troppi margini. Dopo il 10 agosto, non resterà che un mese prima dell’inizio della scuola. Difficile pensare di vaccinare in questo lasso di tempo il 27% dei ragazzi che ancora manca all’appello per arrivare a quota 65. Il problema assume proporzioni ancora più grandi tra i giovani di età compresa tra i 12 e i 14 anni. Quelli delle medie. Solo il 3,3% dei 12enni si è già sottoposto alla prima iniezione anti-Covid. Tra i 13enni si sale al 15,7. E tra i 14enni al 18,2. Conteggiando anche le prenotazioni, il 10 agosto si arriverà rispettivamente al 7,3%, al 27,1 e al 32,6. Anni luce dal livello considerato minimo per tornare in classe senza rischi eccessivi in merito alla possibile esplosione di nuovi focolai. Anzi, si teme che i ragazzi non coperti possano di fatto rappresentare un “serbatoio” per il virus e le sue mutazioni, a partire dalla variante Delta. 


APPELLO AI PEDIATRI

L’Usl, però, è pronta a far di tutto per aumentare il numero di giovani vaccinati. «Chiederemo ai pediatri di contattare direttamente i loro assistiti e le loro famiglie per evidenziare l’opportunità di vaccinarsi contro il Covid – annuncia Benazzi – di pari passo, avvieremo una campagna di sensibilizzazione specifica, dedicata proprio ai ragazzi». Il primo passo è stato compiuto con la pubblicazione in internet di un video-appello da parte di Stefano Martelossi, direttore della Pediatria di Treviso. «Finalmente è arrivato il momento di vaccinare anche i nostri ragazzi – spiega il primario – lo hanno dimostrato le varianti: nei prossimi mesi, quando la popolazione sarà vaccinata, i bambini e i giovani potrebbero essere un serbatoio di infezione, facendo circolare il virus e rendendo difficile quel controllo della trasmissione che è fondamentale». «Il vaccino si è dimostrato efficace e sicuro anche in questa classe di età – sottolinea – efficace perché i ragazzi vaccinati sono risultati protetti. E sicuro perché gli effetti collaterali sono rarissimi. Per i ragazzi è più rischioso andare in giro in motorino che vaccinarsi contro il Covid». 


FARMACIE E NO-VAX

Una mano potrà arrivare pure dalle farmacie. Si stanno sistemando gli ultimi dettagli tecnici. Dopodiché dalla settimana prossima 18 farmacie del trevigiano potranno iniziare a eseguire le vaccinazioni contro il coronavirus. Si andrà in progressione. Sono una cinquantina quelle che hanno dato la disponibilità. E in seconda battuta si potrà arrivare a 100. «Abbiamo portato a termine tutti gli adempimenti: dopo la formazione, 500 farmacisti hanno ottenuto il patentino di vaccinatori – fa il punto Giuseppe Losego, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Treviso – attendiamo la distribuzione delle dosi di vaccino da parte dell’Usl. Di seguito si potrà partire». L’azienda sanitaria ha riservato 17mila dosi alle farmacie: 10mila di Moderna e 7mila di Johnson & Johnson (monodose). I farmacisti potranno eseguire le iniezioni anti-Covid su cittadini senza patologie (con anamnesi negativa), usando Moderna per chi ha meno di 60 anni e Johnson & Johnson per gli over 60. Nonostante l’obbligo vaccinale per il personale sanitario, infine, anche tra gli stessi farmacisti bisogna fare i conti con i No-Vax. «Sono una ventina i farmacisti della Marca hanno scelto di non vaccinarsi contro il Covid – dice Losego – non appena l’Usl ci trasmetterà i nominativi, partiremo con le sospensioni». Dove ci sarà la possibilità, i farmacisti No-Vax potranno continuare a lavorare in settori non a contatto con il pubblico. Altrimenti resteranno a casa almeno fino a fine anno. Con il relativo taglio dello stipendio. 

 

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Il Gazzettino