Iniziate le vaccinazioni agli anziani, una trentina non si sono presentati senza avvisare

Una delle vaccinazioni agli anziani al Censer di Rovigo nel primo giorno
ROVIGO «Non vedevo l’ora». Questa la frase ricorrente fra quanti, ieri, si sono presentati al padiglione B del Censer per ricevere la prima dose di vaccino e...

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ROVIGO «Non vedevo l’ora». Questa la frase ricorrente fra quanti, ieri, si sono presentati al padiglione B del Censer per ricevere la prima dose di vaccino e avviarsi verso l’immunizzazione al virus che da un anno ha stravolto la nostra esistenza. Un momento importante, atteso con trepidazione da tanti, anche se ieri, dei 234 ottantenni polesani chiamati in totale nei tre centri vaccinali di Rovigo, Adria e Trecenta, rispettivamente 94, 72 e 68, una trentina circa, quasi equamente suddivisi, sono mancati all’appello.

LE SOSTITUZIONI
La decina circa di assenti imprevisti ad Adria e Trecenta sono stati comunque sostituiti grazie alla chiamata dalla lista delle “riserve”, mentre a Rovigo le fiale non utilizzate sono state riposte nell’apposito frigorifero. Poco più di 200, quindi, i primi ottantenni che hanno tenuto a battesimo la nuova fase della campagna vaccinale, definita “fase 1-B”, rivolta alle persone dagli 80 anni in su, a cominciare proprio dai nati nel ‘41.

ARRIVA ASTRAZENECA
Intanto, proprio oggi è previsto l’arrivo della prima fornitura da 2.100 dosi del vaccino di Astrazeneca che l’Agenzia italiana del farmaco ha indicato come maggiormente adatto alle persone al di sotto dei 55 anni e che verrà utilizzato per le categorie essenziali come insegnanti, vigili del fuoco e forze dell’ordine. Proprio maestri e “prof” dovrebbero essere i primi ad essere chiamati, in una nuova fase che correrà parallela a quella degli over 80 e, poi, degli over 70 e anche di farmacisti e donatori di sangue. I dettagli ancora non sono definiti, così come, del resto nemmeno la cosiddetta “fase 1-B” ha ancora una programmazione per il mese di marzo: «Tempi e modalità sono inevitabilmente condizionati dalla disponibilità dei vaccini», ha rimarcato il direttore generale dell’Ulss Polesana Antonio Compostella, che ieri è stato tutta la mattina al Censer per presenziare alla giornata inaugurale della vaccinazione degli anziani.

IL PRIMO VACCINO
Il primo in assoluto a essere chiamato, dopo il “filtro”, con misurazione della temperatura da parte dei volontari della Protezione civile e l’accoglienza con la registrazione dei dati a cura dei volontari della Croce Rossa, è stato Fernando Santoro, 80 anni appena compiuti, militare in congedo, di origini salentine, che non ha nascosto la propria fiducia nei confronti del vaccino: «Timori? Assolutamente no, perché dovrei, anzi, sono molto sereno e fiducioso, del resto sono tanti anni che faccio anche il vaccino antinfluenzale», ha rimarcato prima di entrare nel box vaccinale, accompagnato proprio da Compostella, in un crepitare di flash a sottolineare l’importanza del momento. È entrato alle 9.13 ed è uscito alle 9.19, sedendosi poi nell’ala del padiglione riservata all’attesa del quarto d’ora canonico per controllare eventuale insorgenza di reazioni. Nessuno fra tutti i vaccinati di ieri nei tre centri ha avuto sintomi immediati.

MOMENTO STORICO
La seconda a ricevere il vaccino è stata invece la signora Anna, quasi lusingata dal trovarsi al centro del clamore mediatico e ben consapevole dell’importanza del momento: «Sono molto contenta, con il vaccino mi sentirò più sicura, senza dubbio, in questo periodo non sono mai uscita di casa», ha spiegato sorridendo. «È stato un anno pesante», rimarca Bellino, accompagnato dalla moglie Silda, che ancora deve aspettare prima che venga il suo turno.

PADIGLIONE AL CENSER


«Qui a Rovigo ci sono cinque box operativi – ha rimarcato Compostella – Lavorando 12 ore al giorno potremmo arrivare a vaccinare almeno 400 persone, invece per le prime due settimane ne vaccineremo un centinaio, perché dobbiamo partire con il freno a mano tirato in base alla fornitura di vaccini che ci vengono assegnati. Qui ci sono 12 operatori sanitari e due amministrativi, un medico che sovrintende a tutto e poi tutti i volontari di Protezione Civile e Croce Rossa. A regime, quando saranno attivi i cinque centri che dovrebbero funzionare quotidianamente, saranno impegnate più di 120 operatori sanitari». Fino a sabato sono stati chiamate 1.401 persone, tutti nati nel ‘41. Le lettere in realtà sono arrivate solo giovedì scorso. Fino a sabato i convocati saranno sempre 90 a Rovigo, 70 a Trecenta e 70 ad Adria. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino