Arrivati i super-frigoriferi per il vaccino anti Covid

Arrivati i super-frigoriferi per il vaccino anti Covid
ROVIGO Il Polesine si prepara per l'avvio della vaccinazione contro il Covid-19, mentre al Covid Point di Adria il Comune riporta il metano per il riscaldamento. All'Ulss...

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ROVIGO Il Polesine si prepara per l'avvio della vaccinazione contro il Covid-19, mentre al Covid Point di Adria il Comune riporta il metano per il riscaldamento. All'Ulss 5 sono arrivati i primi tre frigoriferi per la conservazione delle dosi del vaccino contro il nuovo Coronavirus formulato dalla Pfizer, che richiede una rigida catena del freddo per mantenere le sue proprietà. Collocate nella farmacia ospedaliera del nosocomio di Rovigo, le dosi pervenute consentiranno anche al Polesine di partecipare il 27 dicembre al V-day. In quella giornata le prime 45 dosi disponibili per l'Ulss 5 saranno inoculate ad altrettanti operatori sanitari dell'ospedale di Trecenta, individuato come polo Covid provinciale in cui attualmente sono ricoverate 116 persone.


IL V-DAY DI DOMENICA

In questo primo giorno saranno 45 le persone che potranno essere sottoposte a vaccinazione perché per il Veneto il primo lotto di vaccini sarà di circa un migliaio di dosi, quindi la provincia di Rovigo, secondo la proporzione, ne avrà quella quantità. La Regione ha stabilito che le prime dosi disponibili siano destinate al personale che assiste i pazienti affetti da Covid-19. Gli operatori impegnati al San Luca nell'assistenza dei ricoverati sono almeno 150, ma per ora sarà un primo gruppo di loro a sottoporsi alla somministrazione su base volontaria.


GIORNATA SIMBOLICA

Dopo la prima giornata, fortemente simbolica e mirata ad avviare l'immunizzazione del personale sanitario, la campagna vaccinale vera e propria inizierà verso la prima quindicina di gennaio. Novità di tutt'altro genere toccano invece il Covid Point di Adria, allestito nella sala Caponnetto attualmente riscaldato con stufette elettriche per via di una rottura nelle condutture del metano. Domani il Comune darà il via ai lavori di ripristino che costeranno 30mila euro alle casse comunali per poter riportare il riscaldamento nel locale che riveste particolare rilevanza in questa fase di emergenza sanitaria, in quanto punto di riferimento per effettuare tamponi nel Basso Polesine.


LE PROTESTE

In queste giornate non mancano anche le proteste, come quella di Rifondazione comunista che ieri con un presidio davanti all'Iras di Rovigo ha espresso fortissima preoccupazione per la situazione nelle case di riposo e chiesto, in generale, che non si percorra la strada della privatizzazione per tutti i servizi ma prevalga il pubblico. «C'è bisogno di più pubblico, subito dice il coordinamento polesano del partito - La pandemia ha messo a nudo vecchi problemi come la privatizzazione nella sanità, bisogna puntare a rafforzare sanità, istruzione e trasporto pubblici. Per trovare i fondi basta ripristinare la quota Irpef regionale, il Veneto è l'unica regione a statuto ordinario ad averla abolita. Ripristinandola, chiaramente applicandola in maniera progressiva, avremmo un miliardo da utilizzare per affrontare questa importante emergenza sanitaria».
I.Bel.

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Il Gazzettino