Vaccini, a scuola esplode la grana-privacy: tutte le adesioni degli insegnanti dovranno essere distrutte

Una classe
PORDENONE - Non c’è stato quasi nemmeno il tempo di iniziare, che la campagna di vaccinazione nel mondo della scuola si è già fermata. Una grana...

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PORDENONE - Non c’è stato quasi nemmeno il tempo di iniziare, che la campagna di vaccinazione nel mondo della scuola si è già fermata. Una grana inaspettata, sorprendente, che fa a pugni con la gravità dell’emergenza che proprio nell’universo dell’istruzione manifesta alcuni dei suoi effetti più subdoli. In provincia di Pordenone, infatti, le scuole hanno interrotto bruscamente la raccolta delle adesioni al vaccino di insegnanti e dipendenti. Tutto sospeso. Non solo, saranno distrutte (sia in formato cartaceo che virtuale) anche le adesioni già inviate ai dirigenti scolastici. Il motivo? È questione di lana caprina e riguarda il trattamento dei dati personali. Resta però il dato secco: la campagna di vaccinazione nelle scuole si ferma. Ripartirà, ma per ora è bloccata ancora prima dell’iniezione numero uno. Domani inizierà quella relativa alle Università di Udine e Trieste, ma niente da fare per materne, elementari, medie e superiori. Ecco perché. 


IL CASO

Gli insegnanti, secondo la procedura, devono inviare il proprio consenso (nome e cognome) al proprio dirigente, che successivamente trasmette il tutto all’Azienda sanitaria. Alcuni docenti, però, si sono rivolti al Dpo che segue le scuole del territorio (si tratta della la figura legale incaricata di gestire la tutela dei dati sensibili dei docenti e degli altri dipendenti degli istituti) per sollevare alcuni dubbi sulle procedure di adesione alla vaccinazione. Il legale ha richiesto un parere formale al garante per la protezione dei dati personali, che dovrà esprimere prossimamente un parere sulla liceità del procedimento. Nel frattempo, però, il responsabile legale del Friuli Occidentale ha dettato la linea alle scuole: fermare immediatamente la raccolta delle adesioni al vaccino e addirittura distruggere quelle già inviate. Il tutto in attesa del parere del garante. «Si chiede solamente un elenco nominativo - ha dichiarato il vertice dei dirigenti, Teresa Tassan Viol -, è un’esagerazione ritenerli dati sensibili». Ma al momento è tutto fermo.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino