La Fidia di Abano Terme disponibile a produrre vaccini anti-Covid

PADOVA  - «Pronti a mettere a disposizione gli stabilimenti italiani per accelerare la produzione di vaccini». Il Commissario per l'Emergenza, Domenico...

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PADOVA  - «Pronti a mettere a disposizione gli stabilimenti italiani per accelerare la produzione di vaccini». Il Commissario per l'Emergenza, Domenico Arcuri, rilancia il know-how italiano per aumentare le dosi di Pfizer e Moderna. E alcune aziende rispondono: la Fidia, società farmaceutica di Abano Terme (Padova), ha confermato la propria disponibilità «nel rispetto degli accordi in essere con gli attuali partners». L'azienda veneta rileva di aver già comunicato la propria disponibilità alle autorità competenti nel maggio 2020 e produce da anni vaccini per uso umano, con numeri variabili, nell'ordine di decine di milioni di dosi/anno. Fidia non commercializza vaccini, ma li produce in conto terzi per multinazionali del farmaco, sulla base di specifici accordi.

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NEL RESTO D'ITALIA

Nel Lazio un altro stabilimento - di una diversa azienda - sarebbe pronto a fornire il proprio contributo. Nella stessa regione, alle porte della Capitale, la Advent del gruppo Irbm, la cui sede è a Pomezia, è invece già impegnata nella fase di infialamento delle dosi di AstraZeneca. «Ci sono facilities italiane che sarebbero capaci di aumentare le quantità di vaccini prodotti, la discussione è in corso a livello europeo e auspichiamo che vada a buon fine. In quel caso saremo pronti a mettere a disposizione gli stabilimenti italiani», spiega il commmissario per l'Emergenza, Domenico Arcuri. «L'Italia insieme a qualche altro Paese Ue ha promosso questa istanza in seno alla Commissione a causa della scarsità di dosi. So che c'è un lavoro istruttorio in corso da parte dell'Ue, ma non è una cosa semplice. C'è bisogno che i produttori siano d'accordo».

ANTICORPI MONOCLONALI

Sviluppi molto più rapidi sono previsti invece sugli esiti della ricerca italiana nello sviluppo dei cosiddetti anticorpi monoclonali dopo il via libera dell'Aifa all'uso condizionato al trattamento con due anticorpi monoclonali, ognuno sviluppato e prodotto rispettivamente da Regeneron e da Eli Lilly. «Stiamo aspettando il perfezionamento del processo burocratico amministrativo - spiega Arcuri -. Quando il ministero della Salute potrà chiudere il processo di validazione sulle due tipologie di anticorpi monoclonali nelle prossime ore, verrò coinvolto e credo che queste potranno arrivare al più presto nelle dotazioni che abbiamo per il contrasto all'emergenza Covid». Su questo versante potrebbe partire nei prossimi mesi - probabilmente entro la fine della primavera - una produzione tutta italiana: a giorni è atteso lo sviluppo della fase clinica dei farmaci sviluppati da Toscana Life Sciences. Al progetto di sviluppo partecipa anche la casa farmaceutica Menarini dello stabilimento di Pomezia, dove è in corso la sperimentazione.

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Il Gazzettino