Personale di scuole e atenei: appelli ignorati, si va verso il Green pass obbligatorio

Per la riapertura in sicurezza occorre che tutto il personale scolastico sia vaccinato
PADOVA - Se la scorsa settimana l’Ulss Euganea ha paragonato la corsa ai vaccini ai cento metri olimpici di Marcell Jacobs, ora per la nuova volata la metafora diventa...

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PADOVA - Se la scorsa settimana l’Ulss Euganea ha paragonato la corsa ai vaccini ai cento metri olimpici di Marcell Jacobs, ora per la nuova volata la metafora diventa quella della staffetta. Per vincere la medaglia d’oro bisogna alzare ulteriormente la percentuale dei vaccinati e i grandi protagonisti in pista diventano gli insegnanti. Da settembre il Green pass sarà obbligatorio per tutto il personale scolastico e universitario: docenti, tecnici, bidelli e amministrativi. In provincia di Padova i dipendenti sono complessivamente 27.500 e quelli vaccinati sono 24.500. Al netto dei pochi lavoratori recentemente guariti e dei colleghi No Vax teoricamente pronti a farsi continui tamponi, oggi ci sono tremila persone che rischiano la sospensione dalle lezioni. La staffetta finale, però, è già partita: nelle ultime due settimane 300 padovani si sono convinti presentandosi ai centri vaccinali e molti altri colleghi potrebbero farlo nei prossimi giorni pur di non perdere il posto di lavoro. 


 

I NUMERI
Partiamo dalle scuole. La campagna mirata era scattata il 20 febbraio, aveva subito dei rallentamenti dovuti ai lotti sospesi di AstraZeneca e poi non è più proseguita perché nel frattempo il governo ha cambiato strategia puntando sulle fasce d’età e non più sulle categorie professionali. 
Il Bo, invece, ha fatto tutto “in casa” grazie alle competenze mediche interne all’ateneo. Prima dose a marzo e richiamo a giugno: per i professori la percentuale di adesione è stata del 93% mentre per il personale ci si attesta sull’80%. I numeri dei vaccinati sono in realtà più alti perché l’università conta su docenti residenti fuori provincia o addirittura fuori regione che si sono immunizzati altrove. 
I numeri dell’ateneo sono in ogni caso più alti dei numeri del mondo scolastico. E i numeri degli insegnanti sono più alti rispetto al resto del personale. 
 

I VERTICI
Per il provveditore Roberto Natale «il vaccino è l’unica misura per venire a capo di questa situazione, ce lo hanno detto tutte le autorità sanitarie. Ora corriamo in vista dell’inizio di settembre, poi applicheremo le regole». 
Il rettore del Bo Rosario Rizzuto preme da tempo sul tasto dei vaccini e ieri ha firmato una lettera aperta con i colleghi rettori dell’università di Verona e dei due atenei veneziani. «Aderiamo convintamente all’invito al vaccino facendolo nostro - scrivono i rettori veneti - Il ritorno all’università in presenza, come luogo di scambio e confronto fra studentesse, studenti e docenti, è un valore insostituibile e rappresenta l’essenza stessa dell’università. Siamo pronti a riaprire le nostre aule e i nostri spazi a piena capienza». 
 

LE ISTITUZIONI
Fabio Bui, presidente della Provincia, è invece pronto a sedersi al tavolo con il prefetto per affrontare il tema del trasporto scolastico. «Io sarei stato favorevole anche all’obbligo vaccinale sopra i dodici anni - dichiara Bui - ma comprendo le difficoltà di applicazione. Nei prossimi giorni ci incontreremo con il prefetto per fare il punto della situazione e adottare i necessari provvedimenti per la riapertura delle scuole, augurandoci che la resistenza pregiudiziale alle evidenze scientifiche vada via via affievolendosi».
 

I MEDICI


Domenico Crisarà, presidente dell’Ordine dei Medici, ricorda infine che «dal punto di vista medico il Green pass è uno strumento necessario: gli appelli dei mesi scorsi alla coscienza civica sulla necessità di vaccinarsi sono stati ignorati, mentre da quando è stata introdotta questa misura ecco che tornano a formarsi le code negli hub vaccinali. Prendiamo atto: non esiste una coscienza sociale che quindi deve essere surrogata dall’ordine civico che mai come ora va rispettato».

 

 

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Il Gazzettino