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Vacanze più “salate”? Decisamente sì, anche se il fenomeno non sembra aver particolarmente impensierito i villeggianti, almeno quelli che stanno arrivando in numero decisamente significativo in Fvg, tanto da aver già prodotto in diverse circostanze l’effetto “tutto esaurito”. Tuttavia, sono gli stessi albergatori a confermare che il ritocco c’è stato. E la responsabilità, spiegano, è in gran parte dovuta ai rincari che si sono registrati lungo tutta la filiera. Per l’ultimo anello, è la logica, non resta che riversare parte dell’aumento dei costi sulle tariffe finali.
La voce
Paola Schneider, presidente di Federalberghi Fvg, prima di qualsiasi argomentazione mette sul tavolo alcuni esempi concreti. «A marzo ho chiesto un preventivo per un’asciugatrice professionale e l’importo era di 5.100 euro. L’acquisto a giugno ha comportato una spesa di 5.900 euro – illustra -. È ovvio che qualcosa non va e che forse stiamo assistendo anche ad aumenti ingiustificati, ma se questa è la condizione, gli operatori turistici non possono non tenerne conto, almeno che non intendono lavorare per andare in pareggio o, peggio, rimetterci». La presidente, però, non si ferma ad un esempio, perché racconta «di aumenti generalizzati e significativi, che hanno interessato tutte le materie prime o i servizi di cui gli albergatori hanno bisogno».
Gli effetti
«Tra gli albergatori associati a Federalberghi l’aumento è al massimo entro il 10 per cento. Casi diversi sono rarissimi e, se ci sono, sono legati a condizioni particolari: per esempio una posizione tale per cui le prenotazioni arrivano comunque». Schneider non esclude che vi sia qualche «libero battitore»», ma tende a considerare il fenomeno non predominante. Anche perché, sottolinea, «dobbiamo assicurarci una continuità di presenze. Se un ospite si sente vessato, non torna. Inoltre, in genere tutti gli albergatori stanno cercando di dare qualcosa di più nel servizio». Tutto ciò entro una ricerca di offerta sempre più “all inclusive”, perché «tutti i territori a vocazione turistica oggi si sforzano di dare molto ai clienti e, quindi, occorre reggere la competizione». Schneider, non da ultimo, invita a dare uno sguardo anche oltre confine. «In Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, per esempio, l’accoglienza è sicuramente di livello, ma anche si paga a peso d’oro. Un po’ più competitivo il Veneto. Di certo, in Fvg non si aumentano le tariffe per il gusto di farlo, ma per poter avere un margine. C’è chi ha dovuto attingere ai risparmi, chi sta pagando i debiti contratti con le banche e chi, non potendo attivare nessuna delle due leve, ha chiuso».
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