Allarme di Confindustria: «Imprenditori già nel mirino degli usurai»

Confidustria Dolomiti lancia l'allarme usura
BELLUNO - «Usura e infiltrazioni mafiose sono pericoli concreti quanto subdoli che vanno scongiurati fin da subito facendo rete e segnalando tutte le anomalie di accesso al...

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BELLUNO - «Usura e infiltrazioni mafiose sono pericoli concreti quanto subdoli che vanno scongiurati fin da subito facendo rete e segnalando tutte le anomalie di accesso al credito». Così Confindustria Belluno Dolomiti sintetizza il contenuto di una lettera che la presidente Lorraine Berton ha scritto alle imprese associate: un vero e proprio grido d'allarme che arriva in una fase delicatissima e drammatica per il mondo produttivo, peraltro lanciato anche dal prefetto di Belluno Adriana Cogode la scorsa settimana. La nota è stata inviata anche a seguito degli incontri che la stessa Confindustria ha avuto negli ultimi giorni con la Prefettura di Belluno e con le forze dell'ordine, e in particolare con la Guardia di Finanza, sul rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico locale, colpito duramente dalla crisi causata dalla pandemia.

LE INFILTRAZIONI
«Il rischio usura è altissimo - rimarca Berton - e il fatto che la nostra sia tra le prime regioni a ripartire rappresenta un ulteriore fattore di rischio perché l'attenzione della criminalità può essere attratta dall'opportunità di investire proprio qui l'eccesso di liquidità illecitamente costituito». La presidente sottolinea poi un altro aspetto inquietante: «Preoccupa anche il fatto che nel periodo di lockdown si siano costituite nuove imprese in comparti fermi come l'edilizia o il turismo. È un fenomeno nei confronti del quale prestare la massima attenzione», viene sottolineato nella lettera.
GLI ESEMPI
Per questo Berton si rivolge direttamente agli associati chiedendo loro di segnalare tutte le anomalie di accesso al credito e porta due casi in particolare. «Il primo è quello dell'imprenditore che, dopo vari e ripetuti tentativi di accesso al credito presso istituti di credito senza esito, viene contattato da una persona che manifesta ampia disponibilità ad erogare subito la somma di denaro necessaria, si legge nella lettera. «Nel secondo caso, invece, un imprenditore in difficoltà viene segnalato da professionisti del territorio ad intermediari provenienti da altre Regioni, pronti ad investire in Veneto». Campanelli d'allarme che, per Berton, vanno subito colti e segnalati.
IL SOSTEGNO
La stessa Associazione degli industriali si mette a disposizione. «Anche su questo vogliamo fare la nostra parte e stare dalla parte delle imprese sane e che garantiscono crescita, benessere e leale competizione», il pensiero di Berton. «Oggi più che mai dobbiamo essere solidali e responsabilità. Ci giochiamo il nostro futuro sotto tutti i punti di vista». E non manca un appello alle Istituzioni: «Ogni sforzo deve essere proteso a un reale rilancio. Lasciare indietro qualcuno ora è pericoloso per la tenuta sociale ed economica di questo Paese. Non mi interessano le beghe di partito o gli show mediatici, oggi più che mai si guardi alla sostanza, al lavoro, a chi manda avanti ogni giorno la baracca in silenzio», conclude Berton.
LE ISTITUZIONI

Come detto, era stata il prefetto Cogode a manifestare una certa preoccupazione sul possibile interessamento di organizzazioni criminali verso il lockdowan bellunese. «Dobbiamo camminare sul solco della massima attenzione senza correre il rischio che qualcuno approfitti della debolezza», aveva detto aggiungendo che «non ci preoccupano solo quelli con la lupara, a volte il pericolo usura può avere i connotati del vicino di casa. La gente deve fidarsi dello Stato. Il nostro territorio è sano ma ovviamente può capitare qualcuno che arrivi da fuori e voglia investire, attratto dalla rete economica, proponendosi per dare degli aiuti. Il fenomeno dell'usura è molto insidioso perché non si palesa subito come tale. Diventa usura quando ha già fatto il danno». Per questo viene data carta bianca all'azione della polizia giudiziaria: «È importantissima. Io come prefetto mi occupo di prevenzione, informazione e sensibilizzazione. Con le forze di polizia metto in campo le misure accertative. Verifiche su appalti, finanziamenti e licenze. Dobbiamo essere certi che il denaro vada non finisca nelle tasche sbagliate. Ma ribadisco: il fatto che questa sia una provincia sana deve farci alzare le antenne più che in altri posti. La qualità della vita è altissima. Dove ci sono soldi ci sono appetiti delle organizzazioni. Basta l'acquisto di una quota societaria per introdursi. Faremo di tutto per evitarlo».

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Il Gazzettino