Prof di fisica, vicepresidente dell'Infn: «Ma noi novantenni in buona salute, non ci vaccinate?»

Il vicepresidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Renato Angelo Ricci parla a nome della generazione di novatenni
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PADOVA - «Sono nato nel 1927 e tengo ancora botta, assieme a mia moglie vorrei essere un esempio pro-vax». E’ l’appello lanciato da Renato Angelo Ricci, 93 anni, professore emerito dell’Università. Già direttore dei Laboratori Nazionali di Legnaro e vicepresidente dell’Istituto di Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), il professor Ricci punta il dito contro una campagna vaccinale che, per ora, sembra escludere i nati prima del 1938. Il calendario, che dipende dalle scorte di vaccino in arrivo, inizia lunedì con gli 80enni. Per poi proseguire il 22 febbraio con la classe 1940, l’8 marzo con i nati nel 1939 e la settimana successiva con gli 83enni. «Ho la presunzione di parlare non tanto per me stesso, ma per tutta la categoria – afferma - Lasciare in sospeso nella comunicazione del calendario delle fasi di vaccinazione informazioni riguardanti fasce d’età, nella fattispecie dagli 84 anni in su, può provocare e ha provocato ansie e disorientamenti soprattutto se poi a richieste rivolte agli uffici preposti o non si risponde o si danno risposte evasive e poco rassicuranti. Non siamo figli di un Dio minore». 


Il professor Ricci è ancora in contatto con i laboratori di Legnaro anche se, essendo categoria a rischio, non ha più potuto frequentare la struttura. Vive con la moglie Claudine Abrahm, classe 1925, francese di origine ebraica (il padre è stato deportato ed è morto ad Auschwitz). «Ci siamo conosciuti a Parigi nel 1951, dove ero andato con un borsa di studio e non ci siamo più lasciati – ricorda Ricci - Quest’anno abbiamo celebrato, sobriamente, il 68mo anno di matrimonio. Entrambi abbiamo fatto parte, giovanissimi, della resistenza negli anni 1944/45, lei in Francia e io in Italia. Abbiamo condiviso sempre giorni felici e giorni difficili con l’affetto di una figlia a Padova e un figlio e due nipoti a Roma. A causa della pandemia non li vediamo da circa un anno. Oggi la vecchiaia incombe, le fragilità aumentano: mia moglie è ipovedente ed entrambi abbiamo difficoltà di deambulazione. Ma vorremmo almeno non essere sconfitti dal Covid e partecipare alla vaccinazione». 

Il professor Ricci non si arrende. «Certo, questa è un’età per cui i decessi si ritengono normali e poi fanno risparmiare soldi all’Inps – ironizza - anche se si trascura il fatto che siamo di aiuto a figli e nipoti con questi chiari di luna. A tutti gli ultra 80 e 90enni va il mio affetto e la mia solidarietà». Dal 22 febbraio è prevista la vaccinazione per i malati oncologici (nei reparti di Oncologia). Per i lavoratori essenziali (come insegnanti e forze dell’ordine) la data di partenza dovrebbe essere sempre il 22 febbraio. 

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Il Gazzettino