PORDENONE - L'appalto è scaduto, al nuovo bando per la gestione non si è presentata nessuna ditta e così, dopo otto anni, la mensa del Polo universitario...
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La mensa universitaria prevedeva per i pasti una spesa compresa tra i 2 euro e 40 centesimi e i 4 euro (in base al reddito dichiarato dalla famiglia), mentre per gli Isee particolarmente bassi era garantita la gratuità. Bar e mensa del Meduna invece, non essendo convenzionati con l'Ardiss (l'Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori), non possono applicare alcuna riduzione del prezzo. Tra l'altro, mentre per quanto riguarda il bar gli spazi sono limitati, per raggiungere il Centro commerciale i ragazzi sono obbligati a spostarsi in macchina o a piedi, attraversando la Pontebbana. Una soluzione pericolosa, senza contare che non sempre il tempo per la pausa pranzo è conciliabile con quello richiesto dallo spostamento per consumare il pasto. Dal canto suo, l'Ateneo nulla può di fronte a questa situazione.
«Dal primo gennaio 2018 spiega il direttore Andrea Zanni la gestione della mensa da 110 posti è passata all'Ardiss che, attraverso una proroga, ha mantenuto attivo il servizio sino a giugno». Poi c'è stata l'indizione di due bandi pubblici, che sono andati deserti. Probabilmente nessuna azienda ha ritenuto vantaggioso parteciparvi, forse perché alcuni vincoli potevano risultare troppo onerosi e non particolarmente remunerativi sul fronte economico (come il fatto di dover mantenere aperta la mensa in orario serale e anche il sabato). In precedenza, per otto anni a garantire il funzionamento ci aveva pensato l'azienda che attualmente gestisce il ristorante self-service del commerciale Meduna. Successivamente, scadendo pure il contratto tra il Comune di Pordenone (proprietario degli immobili) e il Consorzio universitario per l'utilizzo dei locali, tutto era stato girato all'Ardiss che, attraverso un bando, avrebbe dovuto garantire la continuità del servizio.
E così è stato, almeno sino a giugno (di fatto la conclusione dell'anno accademico), attraverso la concessione della proroga alla società uscente. A quel punto la decisione è stata quella d'indire un bando di gara. La prima chiamata, come detto, è andata deserta, al pari della seconda.
«Come Consorzio universitario ribadisce il direttore Zanni non possiamo fare niente, se non prendere atto della situazione e, nel caso, inviare una lettera all'Ardiss chiedendo spiegazioni. Sappiamo bene che la situazione è particolarmente delicata e che genitori e studenti sono sul piede di guerra. Basti pensare che quest'anno gli iscritti sfioreranno quota 1500 e che, entro questo mese, partiranno tutti i corsi. La mensa, su base storica, è frequentata quotidianamente da circa 200 studenti che, tra un corso e l'altro, ne approfittando per mangiare qualcosa. Il nostro augurio è che quanto prima una soluzione, sia pure tampone, possa essere trovata. Diversamente sarà difficile, per tutta una serie di circostanze, dare la possibilità ai nostri iscritti di poter pranzare velocemente e, soprattutto, a prezzi contenuti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino