Gli 800 anni del Bo: l'Orto botanico più antico al mondo

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PADOVA - Era il 1545. Padova era sotto il dominio della Serenissima che era nel pieno delle esplorazioni, dalle Americhe all’estremo Oriente. Il fervore intellettuale, la curiosità di ciò che era sconosciuto spingevano i veneziani a portare in patria manufatti, stoffe, materiali. E anche piante. Ma dove raccoglierle, piantarle e studiarle? Ecco che nacque l’Orto botanico di Padova, a due passi da Prato della Valle, su sollecitazione di Francesco Bonafede, che allora ricopriva la cattedra di “lettura dei semplici” all’Università di Padova, e che voleva permettere agli studenti un più facile riconoscimento delle piante medicinali. È il primo orto universitario al mondo e oggi accoglie oltre 180 mila visitatori l’anno.


I PRIMATI
Di primati ce ne sono tanti e non tutti sono conosciuti ai più. Ad esempio, a Padova è stata coltivata per la prima volta una pianta di caffè. Poco dopo la nascita dell’Orto, l’allora prefetto (cioè il direttore scientifico) seguiva i veneziani in giro per il mondo a caccia di nuove piante. Arrivò in Egitto dove la popolazione locale riferì che c’era una particolare bacca dagli effetti prodigiosi se usata per preparare una tisana. Il prefetto si incuriosì e portò la pianta con sé. Da quel momento il caffè si diffuse in tutto il mondo. L’Orto botanico ha una struttura circolare con un quadrato inscritto, a sua volta suddiviso in quattro quadrati più piccoli da due viali perpendicolari, e richiama quella di un microcosmo, in armonia con le teorie filosofiche dell’epoca, rendendolo così punto di riferimento e modello per l’istituzione di altri orti botanici europei.
I VIAGGIATORI
Alcune delle piante che ospitava erano talmente rare che nel 1552 venne costruita una recinzione per proteggerle da eventuali furti. Da tutto il mondo accorsero intellettuali e studiosi per vedere questo Orto botanico così ricco. Compreso Galileo Galilei. Un passaggio fondamentale nella storia del luogo è l’arrivo di Johann Wolfgang von Goethe, poeta e scienziato, conosciuto per il dramma “Faust”. Goethe arrivò in Italia nel 1786, per il Grand Tour. Fece tappa anche all’Orto botanico dove vide una palma nana della specie “Chamaerops humilis”, relitto mediterraneo della cosiddetta flora italiana del Terziario, l’unica spontanea alle nostre latitudini. Questo esemplare ha raggiunto la straordinaria altezza di 12 metri e detiene il primato di pianta più antica dell’orto patavino, essendo stata messa a dimora nel 1585.
Il fatto che la palma durante il suo ciclo vitale assuma diverse forme sia nel fusto, sia nelle foglie, anticipa il concetto di evoluzione, teorizzato ne “L’origine delle specie” di Charles Darwin nel 1858. Goethe nel suo trattato, “La metamorfosi delle piante” (1790), sviluppò un concetto ancora più ampio, attribuendo le modificazioni a un sistema interno, inteso a formare un organismo armonioso, piuttosto che a cause esterne, come sosterrà poi Darwin.
L’ERBARIO


Nella prima metà dell’Ottocento il prefetto Giuseppe Antonio Bonato creò l’erbario a fianco all’Orto, con la prima donazione di piante essiccate. Così come sua fu l’idea di una biblioteca specializzata, il cui primo nucleo risale al 1864. E nel 1997 l’Unesco ha inserito l’Orto botanico nella lista del patrimonio mondiale. La motivazione recita: «L’Orto Botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura». Oggi ospita oltre 4 mila specie di piante e a fianco all’Orto antico nel 2014 è stato realizzato il Giardino della biodiversità. Sono presenti anche i laboratori dove si continua a fare ricerca.
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Il Gazzettino