Unabomber, l’indagine riparte: il nuovo elenco dei reperti non serve

Il giudice ha rigettato la richiesta di due legali accogliendo le deduzioni della Procura di Trieste. I periti tornano al lavoro

Unabomber, l’indagine riparte: il nuovo elenco dei reperti non serve
PORDENONE - Indagini su Unabomber: si riparte dal punto in cui c’era stata la battuta d’arresto. Secondo il gip Luigi Dainotti non è infatti necessaria alcuna...

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PORDENONE - Indagini su Unabomber: si riparte dal punto in cui c’era stata la battuta d’arresto. Secondo il gip Luigi Dainotti non è infatti necessaria alcuna udienza alla presenza delle parti per stilare un elenco “definitivo” dei reperti da periziare, perchè ha ritenuto valido quello già esistente. Il giudice ha dunque rigettato la richiesta degli avvocati Leopoldo Da Ros e Alessandra Devetag, accogliendo invece le deduzioni della Procura di Trieste. E ritiene doveroso che i periti proseguano da subito con il loro lavoro che è quello di cercare qualsiasi traccia possa emergere dai reperti al fine di poter dare un’identità al bombarolo che tra il 1994 e il 2006 ha terrorizzato il Nordest con tubi bomba disseminati nei luoghi più diversi o camuffati negli oggetti più disparati. La decisione del gip triestino non è stata accolta bene, come era immaginabile, dall’avvocato Devetag: «Mi pare francamente una cosa molto improvvisata... È grave tutto, era già grave prima». Il legale ricorda quanto accaduto quando sono stati aperti gli involucri spediti dalla Procura nei laboratori dei Ris di Parma e si è scoperto che contenevano anche altro materiale, diverso dagli oggetti elencati nel conferimento d’incarico e consegnati ai due periti nominati dal gip, ovvero il colonnello Giampietro Lago, comandante del Ris e la professoressa Elena Pilli, antropologa molecolare forense dell’Università di Firenze. Lo stesso Lago, nel verbale delle operazioni del 18 aprile scorso nell’ambito della perizia disposta dal gip, scrive tra l’altro che “in particolare l’elenco fornito in sede di conferimento dell’incarico e quanto allo stato effettivamente verificato non solo del tutto sovrapponibili. Inoltre nel corso dell’ispezione sono emersi diversi altri reperti, certamente non rientranti nell’elenco formalmente iserito nel conferimento dell’incarico, che paiono chiaramente di potenziale interesse per le finalità peritali. L’insieme di tali circostanze induce i periti a riservarsi di rappresentare formalmente la questione all’autorità giudiziaria conferente l’incarico, al fine di una definitiva ed effetiva determinazione della perizia stessa, allo stato non esattamente sussistente. I consulenti tecnici di parte convengono sull’orientamento rappresentato”.


LA RIPARTENZA


Si ricomincia quindi dal “vecchio” elenco dei reperti da periziare perchè così ha ritenuto il gip Dainotti in sede di incidente probatorio. Ora i periti si metteranno nuovamente alla ricerca di tracce biologiche che potrebbero condurre gli investigatori al dna del bombarolo e alla sua identità. Le nuove tecnologie potrebbero spianare la strada di chi da quasi trent’anni sta cercando di dare un volto a unabomber. I reperti elencati nel quesito posto dal gip sono dieci e riguardano altrettanti attentati commessi tra il 6 marzo 2000 a San Vito al Tagliamento e il 28 ottobre 2007 a Zoppola. In tutto questo i difensori delle 11 persone indagate nell’ambito dell’incidente probatorio non hanno mai nascosto i tanti dubbi e il loro scetticismo sulle condizioni dei reperti, sul loro stato di conservazione e su eventuali contaminazioni a distanza di vent’anni. Ora però si ricomincia alla ricerca di quella piccolissima traccia che potrebbe illuminare la scena dei crimini rimasta finora al buio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino