VENEZIA - Una denuncia per aver fornito false generalità alla polizia; una segnalazione per un assegno a vuoto; un avviso orale emesso dal Questore di Venezia, provvedimento che...
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Anche l'assegno a vuoto?
«Un errore. Mi trovavo in Sicilia in vacanza e hanno messo all'incasso un assegno che avevo emesso per un acquisto. C'è stata la segnalazione, ma poi ho coperto entro i 60 giorni, come previsto per legge».
Le false generalità fornite alla polizia?
«Anche in quel caso si tratta di un reato connesso al mio mestiere, non posso rivelare i dettagli della circostanza, come non posso dire nulla a proposito del richiamo del Questore. Quel che posso dire è che sono titolare di regolare autorizzazione governativa e si figuri se la Prefettura concede una licenza delicata com'è quella di investigatore privato, a qualcuno che sia meno che specchiato».
Sì, ma il conto della sua collezione di denunce in 7 anni arriva a superare la mezza dozzina.
«Si tratta di cose normali nel nostro mestiere. Succede a chi lavora sulla strada ed ha a che fare con indagini delicate. Lavoro molto con gli avvocati, ma anche con le forze dell'ordine».
Vuol dire che non ci sono solo di mezzo mariti traditi e mogli gelose...
«Proprio così. Chi non sa come difendersi, fa le denunce».
Resta il problema, assessore D'Este: lei, da cittadino, si fiderebbe di una persona che ha avuto tanti "incidenti di percorso"?
«Mi fiderei delle competenze comprovate. Che non dipendono dalla quantità di voti che uno prende alle elezioni. Io ho creato a Jesolo col sindaco Calzavara ad esempio il primo progetto di sicurezza sulle spiagge, nel 1992, che azzerò i furti. Ma ho svolto anche compiti come la sicurezza privata della famiglia Gardini e tanto altro di cui non posso parlare. Quindi rivendico la mia competenza».
Giorgio D'Este ha iniziato a lavorare nel 1990 come investigatore privato e un anno fa ha deciso di mettersi in politica fondando la lista civica Coesione popolare.
Il Gazzettino